Sequestro di beni, indebolita la "cassa" della mafia del Trapanese
Gli affari all'ombra di Matteo Messina Denaro. Nuovo colpo agli interessi e alla 'cassa' della mafia trapanese. Beni per 1,2 milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani a Michele Giacalone, imprenditore legato alla cosca di Marsala, arrestato nell'operazione "Visir" del 10 maggio scorso per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra i beni sequestrati, disponibilita' finanziarie, tre mezzi e una societa'.
Il provvedimento, richiesto dalla Dda di Palermo diretta da Francesco Lo Voi, si fonda sui riscontri investigativi compiuti sulla mafia di Marsala capeggiata da Vito Vincenzo Rallo in base alle direttive impartite da Messina Denaro. Le indagini hanno documentato gli assetti di vertice e gli affari della cosca, nonche' i collegamenti tra le province di Trapani e Palermo e soprattutto la periodica presenza nel territorio trapanese del superlatitante. In tale contesto Giacalone, gia' ritenuto favoreggiatore della latitanza del capomafia Rallo, di cui e' considerato referente imprenditoriale, ha messo a disposizione del clan gli immobili della sua societa' per lo svolgimento dei summit e ha contribuito al sostentamento degli affiliati detenuti.
Giacalone, inoltre, attraverso il continuo scambio di comunicazioni con gli altri affiliati e la partecipazione a riunioni mafiose del gruppo marsalese con esponenti delle altre cosche trapanesi, e' divenuto responsabile della raccolta dei profitti illeciti e della loro distribuzione, con estorsioni ai danni di altri imprenditori del settore edile.