Acireale, il vescovo: vicinanza al bimbo ferito dal pezzo di intonaco
Il vescovo di Acireale, monsignor Antonino Ruspanti, si e' recato in visita al Policlinico di Messina dove da ieri e' ricoverato il bambino di un anno che, sabato pomeriggio, e' rimasto ferito dal crollo dell'intonaco dal tetto del duomo di Acireale. Gia' ieri, dalla sua pagina Facebook, il presule aveva fatto appello alla comunita'. "Preghiamo per il piccolo bambino - aveva scritto - che soffre con i genitori in ospedale per il crollo dell'intonaco in cattedrale. Lo affidiamo alla Madonna". "E' grande la vicinanza mia e della Chiesa acese tutta - ha detto mons. Raspanti al Sir -, grande l'affetto con il quale accompagniamo la famiglia e l'attenzione con la quale seguiamo la vicenda". Il vescovo oggi ha pregato nel reparto di rianimazione pediatrica del Policlinico con medici, infermieri e gli stessi genitori del piccolo. "Abbiamo chiesto l'intercessione della Madonna e di Santa Venera, alla quale il padre del bimbo e' devoto e della quale ogni anno partecipa all'organizzazione dei festeggiamenti in cattedrale. Si puo' immaginare e pure comprendere il dolore della famiglia, la loro tristezza - aggiunge il vescovo -, sebbene le notizie mediche ci accompagnano ad essere cautamente ottimisti". Nel crollo, durante la celebrazione di un matrimonio, il bimbo ha riportato una frattura della fronte e un vasto trauma cranico. Sedato, e' sottoposto a continui controlli, dai quali emerge che, fino ad ora, l'ematoma non si e' ingrandito. La prognosi rimane comunque riservata. Il duomo di Acireale e' stato dichiarato agibile dai vigili del fuoco del distaccamento di Riposto, mentre la navata sinistra della chiesa, quella interessata dal crollo, e' stata delimitata e resa inaccessibile. Secondo i primi rilievi, all'origine potrebbe esserci stato uno shock termico che avrebbe alimentato una bolla d'aria interna che, esplodendo, ha provocato il crollo. La Procura della Repubblica di Catania ha avviato un'inchiesta affidata agli agenti di Polizia del commissariato di Acireale. Il parroco della cattedrale, don Roberto Strano, ha messo a disposizione degli inquirenti tutta la documentazione relativa ai lavori svolti nel corso degli anni.