"La sanità iblea vive uno dei momenti peggiori", la lettera di Digiacomo
"Caro Presidente della Regione e caro Assessore alla salute, la Sanita' iblea sta vivendo uno dei momenti peggiori che ricordi e il mio ricordo comincia a essere lungo. Ma la cosa maggiormente sconfortante in tutto cio', e' che quanto e' successo non e' figlio dell'imperizia degli operatori o del malaffare (almeno fino a ora) o di ristrettezze di carattere economico. Quello che e' accaduto e' figlio della supponenza, del dispregio del dialogo, della sfida alla ragionevolezza organizzato a tavolino".
E' quanto scrive il parlamentare regionale Giuseppe Digiacomo rilevando di non ricordare" casi analoghi in cui una festa grande, e cioe' l'apertura d'un grande e moderno ospedale nel comune capoluogo si sia trasformata in una farsa grottesca pronta a degenerare in tragedia da un momento all'altro e nonostante il sottoscritto avesse prefigurato mesi prima quello che sarebbe potuto accadere".
"I problemi sono immensi quando apri un campo di calcetto, figurarsi un grande nosocomio - scrive ancora Digiacomo - la famosa delibera da 50.000 euro per la promozione del Giovanni Paolo II era stata sintomatica di un volere procedere ad ogni costo verso un disperato tentativo di rilanciare la propria carriera dall'andamento molto controverso (a partire da Firenze, dove incombeva un rischio di licenziamento, per finire a Ragusa, manager non riconfermato per valutazioni precise del governo, determinate anche da iniziative ispettive concluse ed ancora in corso...altro che promozione!). E mentre qui si rischia di morire un minuto si' e' un minuto no perche', ad esempio, il cardiologo opera con un angiografo portatile, il manager arriva in reparto, rosa alla mano e sorriso smagliante, per rassicurare pazienti ed opinione pubblica che e' tutto okay: le preoccupazioni sono solo frutto dei malpensanti, di settori deviati dell'opinione pubblica, della politica, del sindacato, della stampa. Vi ricordo, caro Presidente e caro Assessore, che appena qualche giorno fa, il dottor Arico' sosteneva di non volere pagare per scelte calate dall'alto. Non e' che lo avete obbligato voi a aprire a ogni costo un ospedale incompleto? Che lo avete costretto, contro la sua volonta', a farci precipitare nella situazione piu' grave della Sanita' nazionale? Conoscendovi, sono certo che non e' cosi'. Per quanto mi concerne, giuro poi d'avere implorato che cio' non accadesse- si legge ancora nella lettera - ora che pero' la frittata e' fatta, e il dottor Arico' e' un semplice commissario per l'ordinaria amministrazione, Voi valutate che sia invece il commissario adatto a svolgere il ruolo di normalizzatore della Sanita' iblea; proprio lui che l'ha devastata, attentando alla sicurezza dei pazienti? Fate come ritenete opportuno: io ho tracciato il mio percorso e non intendo fermarmi."