La gestione beni di mafia, lo Stato chiede il conto a Silvana Saguto
Danni di natura patrimoniale e all'immagine per quasi 15 milioni di euro sono stati chiesti dall'Avvocatura dello Stato nell'udienza preliminare di Caltanissetta a carico dei 19 imputati coinvolti nella "gestione illecita" dei beni sequestrati e confiscati dallo Stato. In particolare, sono stati chiesti dal ministero della Giustizia 5 milioni e 100 mila euro per danno patrimoniale e 2 milioni per danno all'immagine all'ex presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto, personaggio centrale dell'inchiesta. La richiesta di costituzione di parte civile e' stata avanzata, tra gli altri, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dai ministeri della Giustizia, dell'Interno, dell'Economia e delle Finanze, dal Comando generale della Guardia di finanza, dall'Agenzia dei beni sequestrati alla criminalita' organizzata e da alcune aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria. L'Avvocatura dello Stato ha parlato di "associazione a delinquere finalizzata ad inquinare la gestione dei beni sequestrati" e di "attivita' delinquenziale e predatoria". I beni sequestrati alla mafia e destinati successivamente alla collettivita', non possono servire per le carriere dei figlioletti o a ingrossare i conti correnti di qualcuno". A sostenere l'accusa in aula, il procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone. Fra le amministrazioni costituitesi parte civile - Rappa, Ingrassia, Vetrano, Di Bella, Buttitta, Veragel, Motoroil, Leone e Acanto - quattro sono rappresentate dall'avvocatura dello Stato. Prossima udienza il 13 luglio.