La Chiesa siciliana apre Comunione ai divorziati: il testo
Quattordici cartelle dirette e semplici che danno sostanza agli attesi "Orientamenti pastorali. Accompagnare, discernere, integrare la fragilita' secondo le indicazioni del capitolo VIII dell'esortazione apostolica di Papa Francesco post-sinodale". Un testo definito come "La via della Chiesa siciliana all'Amoris Laetitia". I vescovi delle diciotto diocesi siciliane aprono alla Comunione anche ai divorziati risposati, quale esito di un percorso profondo di accoglienza, cura e discernimento personale e pastorale. Una questione complessa, cosi' il testo punta ad "aiutare i presbiteri e gli operatori pastorali nel prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che desiderano percorrere un cammino di grazia e di verita'".
"DOLOROSE FERITE"
I sacramenti, avvertono i vescovi, sono strettamente connessi con la vita: pertanto, poiche' la vita coniugale odierna non e' esente dai mutamenti epocali, i sacramenti non rimangono estranei a questi, e particolarmente il matrimonio. La cura pastorale dovra', percio', seguire percorsi nuovi, attenti alle nuove situazioni in cui si trovano uomini e donne battezzati, nei legami che contraggono. Da tempo assistiamo alle dolorose ferite cui questi mutamenti danno talvolta origine, nei quali si evidenzia una piu' acuta fragilita'. A fronte dell'innumerevole varieta' delle situazioni, "si esige un responsabile discernimento, affidato, soprattutto, ai presbiteri e ai laici impegnati nel sostenere il cammino di persone che vivono situazioni di fragilita'". "Riproponiamo il sacramento del matrimonio come forma culminante di ogni relazione d'amore tra l'uomo e la donna, perche' esso la lega con il mistero pasquale di Cristo e con la sua donazione alla Chiesa". Dinanzi a tendenze che riducono il vincolo matrimoniale unico e indissolubile a puro abito culturale, "il Vangelo indica valori e offre motivazioni per scoprire che tale vincolo s'inscrive nel cuore dell'uomo e della donna, secondo il progetto originario di Dio".
"UMILI E REALISTI"
Al tempo stesso "dobbiamo essere umili e realisti", ribadiscono i pastori di Sicilia. La prima novita' di Amoris laetitia, "e' lo sguardo sulle situazioni concrete": "Sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessita' delle diverse situazioni, ed e' necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione. Nessuno puo' essere condannato per sempre, perche' questa non e' logica del Vangelo!".
Una seconda novita' e' conseguenza di un altro principio enunciato nella Evangelii Gaudium: "Non possiamo attenderci norme uniche per ogni situazione, ma sara' necessario un discernimento lungo il tempo tra le diverse situazioni, che non chiuda a priori o per decreto la possibilita' della comunione ecclesiale ad alcuno, tenendo conto di diversi livelli di complementarita': tra discernimento personale e pastorale. E non e' di poca importanza quanto Papa Francesco afferma: "L'Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non e' un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli".
- IL SI' AI SACRAMENTI
I destinatari di tale accompagnamento e discernimento sono coloro che hanno stretto un vincolo solo civile; coloro che non hanno alcun vincolo: i conviventi; coloro che sono separati e divorziati e a volte hanno subito un abbandono ingiusto; i divorziati che vivono una nuova unione; coloro che separati rimangono fedeli al vincolo e non intraprendono una nuova unione. In queste situazioni non si puo' agire con "un giudizio immediato", "ma occorre accogliere e invitare a un cammino che, per sua definizione, ha una durata temporale ed e' attento alla gradualita'". Familiaris Consortio prevedeva gia' la partecipazione attiva alla vita della Chiesa: ascoltare la parola di Dio, frequentare il sacrificio della Messa, dare incremento alle opere di carita', partecipare alle iniziative della comunita' a favore della giustizia, educare i figli nella fede cristiana. Rimanevano alcune limitazioni: esclusione dal sacramento della penitenza e dell'eucaristia, non assoluta ma vincolata a due condizioni, ovvero astenersi dagli atti proprio dei coniugi ed evitare l'ostacolo alla fede altrui. Il Papa, accogliendo le indicazioni del Sinodo 2015, afferma anzitutto che bisogna "discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate". Inoltre, in due punti afferma che la partecipazione alla vita della Chiesa possa riguardare anche l'accesso ai sacramenti. Le formulazioni aprono con cautela a un'eventualita' di accesso ai sacramenti, che si colloca solo nel luogo dialogico del discernimento: non e' una norma canonica, ma l'eventuale esito di un cammino, frutto di discernimento e di maturazione personale e pastorale. Il tentativo d'integrazione ha il fulcro nella pratica del discernimento, che avviene a piu' livelli, personale e pastorale. Il discernimento non e' un atto istantaneo (non puo' risolversi nella domanda di accesso ai sacramenti, magari in occasioni particolari).
L'accompagnamento e il discernimento sono condotti fino in fondo, per la strada della misericordia.
-ACCOMPAGNARE, DISCERNERE, INTEGRARE
Il Papa invita ad accompagnare pastoralmente tutte le persone che vivono all'interno della famiglia. Un'attenzione specifica e' rivolta ai figli dei divorziati risposati, per l'insostituibile ruolo educativo dei genitori e in ragione del preminente interesse del minore. Accompagnare significa soprattutto prendersi cura.
E' compito principalmente dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento, secondo l'insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del vescovo. Dentro questo contesto di accompagnamento e discernimento il Papa sottolinea che "non e' piu' possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta "irregolare" vivono in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante": "A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, e' possibile che entro una situazione oggettiva di peccato - che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno - si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carita', ricevendo a tale scopo l'aiuto della Chiesa". In circostanze simili, l'aiuto della Chiesa puo' essere anche sacramentale secondo la valutazione responsabile del sacerdote". "In certi casi, potrebbe essere anche l'aiuto dei Sacramenti". In alcune circostanze, pertanto, riguardanti i divorziati risposati "secondo la valutazione del confessore e tenendo conto del bene del penitente, e' possibile assolvere e ammettere all'Eucaristia, anche se il confessore sa che si tratta per la Chiesa di un disordine oggettivo. Tuttavia, deve essere chiaro che se "qualcuno ostenta un peccato oggettivo come se facesse parte dell'ideale cristiano, o vuole imporre qualcosa di diverso da quello che insegna la Chiesa, ha bisogno di ascoltare nuovamente l'annuncio del Vangelo e l'invito alla conversione".
"Il discernimento deve essere orientato a favorire anche una maggiore integrazione dei battezzati, che sono divorziati e risposati civilmente, nelle comunita' cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo. La logica dell'integrazione e' la chiave del loro accompagnamento pastorale. La loro partecipazione puo' esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre percio' discernere quali forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate. Questa integrazione e' necessaria pure per la cura e l'educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i piu' importanti".