La Camusso a Caltanissetta: "Sul lavoro dati da recessione"
"Il nostro e' sicuramente un Paese che paga la crisi, perche' sono state utilizzate ricette sbagliate. Basti pensare alla propaganda che c'e' sul tema del lavoro, quando poi i disoccupati tornano a essere sopra i tre milioni, con gli stessi dati del periodo piu' buio della recessione che abbiamo attraversato. Cio' che rende non particolarmente ottimisti e' l'assenza di politiche di investimento, quindi di scelte che determinano una effettiva uscita dalla crisi e un diverso modello di sviluppo". Lo ha detto la segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso, intervenendo oggi a Caltanissetta alla manifestazione organizzata al Teatro Margherita per celebrare i settanta anni della Cgil regionale. "Costruire regole e diritti per le persone - ha aggiunto la Camusso - sono la prima condizione per contrastare disoccupazione e precariato. Un lavoratore non puo' essere ricattabile. Le forme precarie - ha spiegato - sono tutte forme in cui la logica e' il non investimento in qualita', ma puramente riduzione dei costi e questo spiega perche' siamo un Paese con difficolta' dal punto di vista dell'innovazione e del cambiamento. Se la scelta e' solo quella del risparmio e' evidente che non competiamo con il resto dell'Europa".
ono due le ragioni che hanno indotto la Cgil a organizzare una manifestazione nazionale per il prossimo 17 giugno a Roma sul lavoro accessorio e i voucher. Le spiega da Caltanissetta la leader della Cgil Susanna Camusso: "E' stato rubato ai cittadini il diritto di votare, violando l'articolo 75 della Costituzione come non era mai successo prima nel nostro Paese, dimostrando che c'era una gran paura di andare al voto e che c'e' la preoccupazione secondo la quale gli italiani non sono d'accordo con la continua precarizzazione del mondo del lavoro. La seconda ragione e' per il merito". Anche in questo caso, per Camusso, ci si troverebbe davanti a "una violazione dell'ordinanza della Corte Costituzionale con cui ha autorizzato il referendum che non a caso diceva che era abrogabile quella norma perche' non c'era piu' la definizione di lavoro occasionale. Adesso siamo ancora di fronte a una nuova norma in cui non c'e' l'indicazione del lavoro occasionale. C'e' semplicemente un tetto di spesa e questo dimostra una politica sbagliata che continua a inseguire la riduzione dei salari e dei diritti che e' una delle ragioni della crisi, non una modalita' per uscirne".