Tra epica e mito: l'omaggio di Valerio Massimo Manfredi all'Eracle di Modica
"Ercole è veramente esistito o è soltanto un mito popolare? Ha poca importanza perchè a questo eroe gli vogliamo bene. Ed è la gente, il popolo che gli vuole bene, quel popolo che lo custodisce a Modica dove è arrivato. Dal mito o dall'epica". Così, con un preciso riferimento alla preziosa statuetta bronzea custodita al Museo civico di Modica, Valerio Massimo Manfredi ha concluso, sabato sera, la sua lectio magistralis sul mito di Ercole all'Auditorium Pietro Floridia, gremito da un pubblico attento e interessato.
Il racconto parte dalla genesi in una città, come Modica, che custodisce come un bene sacro l’Eracle di Modica, pezzo pregiato con un contorno, Eraclemania infatti, di altri reperti che si riportano al mito del semidio.
Egli fu un uomo primitivo. Figlio di Zeus, padre degli Dei, e della bellissima Alcmena moglie del guerriero Anfitrione. Stava dentro una pelle di animale, la leontea di nemeo, il leone ucciso nella sua prima fatica. Personaggio dunque antichissimo. Lo ritroviamo nell’elenco dei cinquantacinque argonauti che vanno alla conquista del Vello D’Oro a bordo di Argo, una nave robustissima ricavata da un solo tronco di albero. Tecnica di costruzione datata nel neolitico (8000 A.C.).
Sono gli eroi precedenti la guerra di Troia. In questa storia antichissima si intrecciano il racconto epico (tratto dalle cose vere) e la mitologia (desunta da narrazioni non vere).
Eracle, l’uomo più forte del mondo, in fasce strozzò due serpenti che dovevano ucciderlo e fu capace di imprese impressionanti.
La fama di Ercole e la mitologia che l’accompagna è da sempre un riferimento delle arti soprattutto del teatro classico. Lo stesso Dante Alighieri lo annovera nella Divina Commedia. Interi popoli lo acclamano e lo ricordano rimanendo il mito impresso tra la storia e la leggenda.
Modica porta il vanto, che non è poco, di avere una statua di straordinaria fattura che lo ritrae in un atteggiamento fiero e pronto alla disputa.
L’illustre ospite è stato presentato dal direttore onorario del Museo civico “Franco Libero Belgiorno”, Giovanni Di Stefano che ne ha descritto la fama con i quindici milioni di libri venduti in tutto il mondo e i premi letterari conquistati nel corso della lunga e intensa carriera.
E’ stato poi il sindaco, Ignazio Abbate, a fare gli onori di casa, parlando peraltro dei progetti attorno alla realtà museale, accompagnando Valerio Massimo Manfredi, presenti l’assessore alla Cultura Orazio Di Giacomo e il direttore Giovanni Di Stefano, nella sede del Museo dove è esposto l’Eracle di Modica ma anche altri pezzi che richiamano il mito di Eracle (Eraclemania): coppa frammentaria di Eracle, V sec. A.C.(dagli scavi di Treppiedi Sud),edicola in pietra calcarea locale raffigurante l’Eracle, IV sec. A.C. (località Pernamazzoni),piatto a vernice nera con H graffiata sul fondo, III-II sec.A.C. (scavi Domus Sancti Petri, Modica).