Imprenditore ucciso ad Afragola, si indaga sul movente
Le indagini della polizia per fare luce sul movente dell'agguato ai danni di Salvatore Caputo, 71 anni, imprenditore edile con interessi nel settore agricolo e in quello dei carburanti, ucciso ieri ad Afragola, nel Napoletano, proseguono senza sosta. Caputo alcuni decenni fa era impegnato anche in politica, diventando assessore comunale con delega al Verde negli anni '80. A distanza di oltre ventiquattro ore dell'agguato, gli inquirenti non hanno ancora escluso alcuna pista. Alla loro attenzione il passato della vittima, molto conosciuta nella sua citta', dalla fedina penale "quasi" pulita. Solo un precedente per abusivismo edilizio a suo carico e una disavventura giudiziaria, finita senza condanne, dopo un arresto il 16 luglio 1987, quando era assessore, insieme ad altre cinque persone, tra cui Anna Mazza, vedova di un boss e reggente del clan Moccia e sua figlia. Contro Caputo i sicari hanno sparato una dozzina di bossoli calibro 9, rinvenuti dalla Scientifica durante il sopralluogo effettuato sulla scena del delitto. Alcuni pentiti di camorra lo avevano tirato in ballo in diversi verbali definendolo come personaggio importante della famiglia Moccia; ma dai 'radar' degli investigatori, Caputo era sparito, fino a ieri mattina, quando mentre era alla guida della sua Golf, e' stato freddato dai due killer che lo hanno sorpreso in via Benedetto Croce. L'omicidio e' avvenuto in un momento in cui ad Afragola non ci sarebbe piu' il controllo criminale da parte dei Moccia, in un territorio dove sono in ballo anche importanti interessi economici per la presenza della stazione di attestamento dell'Alta velocita' in Campania. (