Il Festival di Marzamemi presentato al Salone del libro di Torino
Cinema e letteratura, un connubio vincente. Il Festival internazionale del cinema di frontiera di Marzamemi varca il “confine” della sala cinematografica all’aperto più a Sud d’Europa e “sbarca” a Torino. L’occasione, il Salone internazionale del libro, che ha chiuso i battenti lunedì a Lingotto fiere, dove il Cinema di Marzamemi, nel weekend, si è raccontato al vasto pubblico della manifestazione letteraria. Dedicato al tema “Oltre il confine”, il Salone internazionale del libro di Torino non poteva insomma non ospitare, nello spazio “Superfestival” - un progetto che raccoglie per la prima volta in un’unica “casa” i principali festival culturali italiani - il Cinema di Marzamemi che, da 17 anni, in una terra di frontiera come quella del lembo più a Sud di Sicilia, esplora tramite il cinema il concetto di confine.
Lo ha ricordato, nel suo intervento al Salone del libro di Torino, Nello Correale, direttore artistico del Festival internazionale del cinema di frontiera di Marzamemi: “Quando abbiamo cominciato quest’avventura, nel 2001, il termine frontiera era desueto, non si usava nemmeno nella cronaca. Poi è drammaticamente diventato attuale, ma all’epoca era così poco usato che ho anche avuto problemi a trovare film incentrati sulla frontiera. Un tema, questo, oggi diventato un vero e proprio genere. Siamo stati la cartina di tornasole di un dramma che purtroppo non si registra soltanto nel nostro territorio e che per noi diventa una straordinaria occasione di incontro tra gli autori e il pubblico”. Un Festival, quello di Marzamemi che continua a crescere “e che quest’anno - ha anticipato Correale - si arricchirà con la realizzazione di un bando internazionale per film-maker”.
Barbara Fronterrè, presidente del Centro commerciale naturale Marzamemi, ha aggiunto: “Il borgo marinaro era un luogo immobile fino a 20 anni fa. Poi è cominciato il processo di restauro, la creazione di un’economia in crescita, il ritorno delle famiglie in un paese prima spopolato. E il Festival ha rappresentato la casa di tutti quelli che volevano trovare la lingua del futuro. Il Cinema di Frontiera ha infatti contribuito a realizzare un modello alto di fruizione dei luoghi storici e a creare una rete di cittadini in grado di organizzare una manifestazione di una settimana gratuita. Infine ha chiesto, e ottenuto, dalle istituzioni locali e regionali di investire in cultura”. Poi la grande sfida: “Trasformare cioè - ancora Fronterrè - la settimana del Festival di Marzamemi in una manifestazione permanente con iniziative continue durante l’anno e che coinvolgano soprattutto le scuole e l’università con cui abbiamo già instaurato un virtuoso rapporto”.
Il forte legame tra cinema e letteratura, sintetizzato da Vitaliano Brancati - che è periferia e centralità insieme - è stato ricordato dall’attrice e regista teatrale Gisella Calì, che è anche la responsabile della sezione Frontiera del libro “una delle novità dell’ultima edizione del Festival - ha ricordato - e che ci auguriamo di ripetere e arricchire ancora di più quest’anno”.
Ha concluso Rosita Pignanelli, presidente del cinecircolo Cinefrontiera: “Bufalino diceva che la Sicilia è una terra di lutto e luce, ma la luce vince su tutto. E il Festival è la dimostrazione di ciò perché fa una luce abbagliante di bellezza, di cultura, di condivisione, di gioia che annullano tutta la fatica che c’è dietro all’organizzazione di un Festival che dura sette giorni”.