Francia, Macron eletto presidente: per Exit poll è al 65%
Emmanuel Macron e' stato eletto presidente della Repubblica francese. Questo l'esito dei principali exit poll pochi secondi dopo la chiusura delle urne. Secondo l'istituto Ifop, il candidato di 'En Marche!' ha ottenuto il 65,5%. Per Ipsos, la percentuale di votanti per Macron e' del 65,1%.
Marine Le Pen ha avuto un "breve e cordiale" colloquio telefonico con Emmanuel Macron durante il quale ha riconosciuto la sconfitta. Lo riporta il quotidiano francese Le Figaro.
- La Francia ha scelto Emmanuel Macron: a soli 39 anni e' lui l'ottavo presidente della V Repubblica francese. Il leader di 'En Marche!' ha nettamente battuto la sua rivale, Marine Le Pen, con un risultato che gli istituti di sondaggio indicano al di sopra del 65%. "Si apre una nuova pagina, quella della speranza e della fiducia ritrovata", e' stato il primo commento dell'uomo che prendera' il posto di Francois Hollande all'Eliseo.
'Enarca' e banchiere, figlio di un medico di provincia, laureato in filosofia e diplomato in pianoforte al conservatorio, Macron e' liberale in economia, (iper-liberista secondo alcuni). Di formazione cattolica ma progressista sul piano dei diritti civili, e' attento ai richiami dell'opinione pubblica moderata in tema di sicurezza e immigrazione, fede granitica nel progetto europeo. Per una serie fortunosa di circostanze, dalla sconfitta di Manuel Valls alle primarie socialiste, fino alla perdita di consensi di Francois Fillon dopo l'esplosione del 'PenelopeGate', Macron e' riuscito nell'impresa di conquistare l'Eliseo, diventando il piu' giovane presidente della Repubblica nella storia di Francia.
Nato ad Amiens nel 1977, studia dai gesuiti al liceo, poi filosofia all'Universita' di Nanterre, a 22 anni diventa l'assistente di Paul Ricoeur, nome importante del pensiero morale della Francia della seconda meta' del '900. Poi il diploma a Science Po e l'approdo all'Ena, fucina della classe dirigente della Repubblica. Al liceo cattolico di Amiens, durante un corso di teatro, conosce e si innamora di Brigitte Trogneux, professoressa dell'istituto che ha 24 anni piu' di lui. La sposa dopo 13 anni, quando lei ha 54 anni e lui 29.
Macron e' l'outsider assoluto del panorama politico francese. Non e' mai passato per le urne, ne' ha mai fatto gavetta di partito o vita di sezione. Ma la sua ambizione, una solida rete di relazioni e una non secondaria dose di fortuna, lo portano in alto, fino a lambire l'Eliseo. Macron ha il sostegno di una fetta molto influente dell'establishment del paese, dal banchiere David Rothschild Jacques Attali, gia' segretario di Francois Mitterrand, fino al presidente in carica Francois Hollande che lo vuole con se' come segretario generale dell'Eliseo e poi al ministero dell'Economia nel 2014, quando Macron prende il posto di Adrian Montebourg nel secondo governo di Manuel Valls, e a soli 36 anni, diventa il ministro piu' giovane della V Repubblica dopo Valery Giscard d'Estaing.
La novita' Macron non sta solo nel suo profilo professionale e nella sua atipica e rapidissima ascesa, ma anche nel suo discorso politico. A cominciare dalle ricette economiche: la sua visione del mercato del lavoro ad esempio, tradotta nella contestatissima 'Loi Travail' che l'anno scorso ha scatenato proteste di piazza e polemiche infinite, lo ha allontanato definitivamente dal consenso della sinistra tradizionale. Non e' un caso se Jean Luc Melenchon leader della France Insoumise, gli abbia chiaramente chiesto di ritirare quella proposta per far convergere il voto della sinistra radicale al ballottaggio, ottenendo in cambio un secco rifiuto. E non e' un caso nemmeno che il voto per Macron al secondo turno ha spaccato il fronte sindacale: le principali organizzazioni operaie non hanno aderito al blocco anti-Lepenista lasciando agli iscritti la liberta' di potersi astenere.
Il Nouvel Observateur lo ha definito il candidato 'post-sistema', sia per contrapporlo alle posizioni 'anti-sistema' incarnate da Marine Le Pen, sia per descrivere il fenomeno di un personaggio che ha mandato in soffitta i partiti tradizionali, i socialisti eredi del mitterrandismo e quel che resta del neogollismo, che per 65 anni hanno espresso i candidati per la conquista della poltrona piu' importante della Repubblica . Oggi, conquistato il traguardo, Macron rimane il riferimento di chi crede nel progetto europeo e lo ritiene ancora riformabile. La classe dirigente europeista del continente tifa per lui. 'Dalla sua vittoria dipende il futuro dell'Unione', e' stato il mantra ripetuto nelle ultime settimane. L'Europa, per il momento, sembra salva.