Siracusa, un bagno di folla per Renzo: l'ultimo addio è come una festa
Renzo era poco più di un bambino e negli anni della sua adolescenza non ha mai pensato al giorno del suo funerale. Non avrebbe mai immaginato agli striscioni, il suo volto inciso nelle t-shirt, ai colombi, agli striscioni da stadio. Oggi a Siracusa nella parrocchia di Sant'Antonio, c'era tutto questo e forse qualcosa di più. Una folla immensa, forse poco meno di 2000 persone per tributargli l'ultimo saluto. Renzo Formosa, 15 anni, come un angelo è volato in cielo. Così come si sono volatilizzate le speranze di mamma e papà, dei nonni, di vederlo nei prossimi anni con un diploma conseguito all'Istituto nautico. Ma l'ultimo addio allo studente travolto e ucciso da un'auto venerdì scorso, è straziante, soprattutto per chi è riuscito a trovare un posto in chiesa. I genitori assieme al fratello sono in prima fila, non hanno più lacrime da versare per un dolore che non passerà mai. Neppure le parole del celebrante, don Salvatore Nicosia, riescono ad allentare la tensione per una morte dove tanti si chiedono il perchè. Ci sono i suoi compagni di scuola, forse mezzo istituto Nautico, gli insegnanti, gli amici e le amiche di sempre, gli ultrà che frequentava quando Renzo andava in curva Anna a incitare il suo Siracusa. La zona di via piazza Armerina è off limits almeno per due ore. Le auto sono moltissime parcheggiate fino alla Pizzuta, troppa gente per dire ciao a Renzo. Quando la bara bianca con un cuscino di rose bianche sopra, portata a spalla, esce dalla chiesa di Sant'Antonio, ci sono applausi interminabili. La commozione è tanta e le compagne di Renzo si abbracciano quasi a volersi sostenere l'una con l'altra. In aria liberano i palloncini bianchi e azzurri, ma anche i colombi volano in cielo, così come l'anima di questo ragazzino, tristemente segnato dal destino. Poi un breve corteo funebre che è un lungo serpentone, prima di lasciare andar via la salma di Renzo Formosa. Un ultimo viaggio verso il Paradiso.