Siracusa, il nostro viaggio a Ortigia: "un turismo senza progettualità rischia di diventare un far west"
Maurizio Moceo fa parte del direttivo del Consorzio; un piccolo locale aperto da qualche anno alla “Spirduta” vicino all’ex cinema Verga delle cui sorti nessuno chiede, nessuno vuole parlare. Pochi coperti, il ristorante, molto elegante e di design, pieno, turisti stranieri, Moceo colloquia con loro in inglese: “Ci sono le regole e le regole vanno rispettate, i residenti hanno il diritto al riposo, i commercianti e i ristoratori hanno il diritto ad esercitare la loro attività, tutto nel rispetto del decoro di un centro storico che va tutelato. È un grave problema l’assalto ad Ortigia, il turismo è un Giano bifronte, da un lato è un’opportunità di sviluppo, dall’altro, senza progettualità, può diventare un pericolo, un far west. Ci vuole un turismo gestito, pensato e programmato, di target medio alto. A mio parere, puramente personale, poi, il centro storico andrebbe chiuso totalmente: la ZTL dovrebbe essere permanente, con lo sforzo di tutti, compresi i residenti. Faccio un plauso all’amministrazione comunale per la visibilità che ha dato alla città negli ultimi tre anni ma la bacchetto per la mancanza di progettualità sullo sviluppo turistico”. ZTL, il grande mistero di questa amministrazione, continui cambiamenti sugli orari e proroghe agli orari invernali: ad eccezione del sabato pomeriggio e della domenica, il centro storico può essere attraversato da veicoli. Di questo stato delle cose, della mancanza di servizi che portino residenti e turisti nell’isola di Aretusa si lamenta Paola Pisanelli, proprietaria di un piccolo, colorato bar nella piazzetta dei Mergulensi, a pochi metri di distanza da Palazzo Montalto: “L’interesse dei residenti è anche il nostro e per nostro intendo chi occupa un suolo pubblico pagato. L’abusivismo continuerà anche dopo le modifiche al regolamento sui dehors, perché i controlli sono insufficienti e diretti sempre e solo in alcuni posti. Bisogna poi intensificare i collegamenti e avere orari certi sul passaggio delle navette in quanto noi stessi non riusciamo a dare indicazioni certe ai clienti. È un’amministrazione che deve cambiare, a mio parere, e che sta creando, con il susseguirsi degli assessori dei problemi enormi, dando la possibilità, concedendo le licenze, di aperture stagionali che tolgono a tutti il lavoro”. Ed effettivamente poco si conosce sui bus elettrici: corse poco rispettose degli orari e controlli inesistenti sull’effettivo pagamento del biglietto. Se la Sperduta mantiene quel minimo di decoro dovuto alla millenaria storia della città, ad eccezione delle macchine che ingombrano le strade, il bazar riprende nell’area di Porta Marina, via Savoia, via Trieste. Qui i dehors si susseguono l’uno di fronte all’altro, l’uno a fianco all’altro: vuoti, naturalmente, spesso in alluminio anodizzato e con le macchine accostate: pane e smog per gli avventori. Siamo nel pieno delle festività pasquali, ma i locali sono in maggioranza privi di clienti, ma ci sono con i loro tavolini e la musica ad alto volume. Gian Piero Sproviero ha un ristorante nei pressi del mercato di via De Benectis; è di Torino, venticinque anni di esperienza nella ristorazione, nei suoi occhi si legge l’amore per la bellezza, la storia di questa città in cui ha scelto di vivere, abbandonando il Nord. “Ortigia, trenta anni fa era una cosa meravigliosa, intima, il cuore pulsante della città, adesso è un’isola in ostaggio di persone che non ne vedono le potenzialità o non le vogliono sfruttare. A Siracusa non cambia mai niente o se cambia, cambia in peggio, troppo abituati alla bellezza: come stiamo trattando Ortigia? La stiamo sfruttando, la stiamo spremendo e non la stiamo valorizzando e questo è il frutto della mancanza di programmazione. Tutti parlano di un grande afflusso turistico, ma che tipo di turismo è, è un cattivo turismo. Il mio è un grido di dolore e l’unica soluzione può essere solo politica. Far riprendere questa città significa riprendersela in mano: bisogna partire dalle piccole cose e operare una svolta. In nessuna città le ZTL sono notturne, sembra quasi che ci sia un progetto ragionato per svalutare il centro storico, tutti oramai possono aprire attività commerciali, non ci sono controlli, nessuno si prende responsabilità, che non sono solo politiche ma civili e morali”. Una città che, notizia di oggi, concede in affitto i suoi beni per matrimoni e convegni, compreso il teatro comunale, di fatto ancora chiuso alle attività per cui è nato. Ma in Ortigia il problema non è solo il proliferare di venditori di cibo, ma anche quello delle mega piattaforme a mare, l’ultima Cala Rossa sul lungomare di Levante: “Se considerate il sostanziale completamento della privatizzazione mercantile di Ortigia - commenta sempre Salvo Salerno- e dei suoi siti più rappresentativi, capirete perchè la battaglia di Cala Rossa è diventata per noi come una specie di "Okinawa". Gli ultimi due anni li abbiamo passati a contrastare, con studio e creatività, la costruzione delle piattaforme sulla deliziosa caletta”. Ma questa è un’altra storia. Anita Crispino
http://www.nuovosud.it/55100-cronaca-siracusa/siracusa-il-nostro-viaggio...
Sopra il link sulla prima parte del nostro viaggio a Ortigia