Giro di squillo a Capo d'Orlando, , scatta il terzo arresto
I Carabinieri della Compagnia di Sant'Agata di Militello hanno arrestato anche il terzo soggetto che mancava all'appello, colpito da ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal gip presso il Tribunale di Patti su richiesta della Procura della Repubblica per il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Si tratta di Salvino Messina, 37 anni, orlandino, ultimo anello della strutturata e ben coordinata consorteria criminale dedita allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione. Lui, insieme a Mauro Abbadessa e Daniele Galano, erano a capo dell'organizzazione, che aveva registrato come associazioni culturali senza scopo di lucro, attivita' commerciali destinate ad essere adibite a night club, nei quali, con intimidazioni, minacce e violenze, si costringevano le ragazze a prostituirsi. Gli arrestati, dietro la copertura di una fittizia associazione denominata "Lady Hairon" finalizzata a promuovere "l'organizzazione di manifestazioni e incontri con lo scopo precipuo di migliorare le comunicazioni sociali in modo libero e nell'assoluto rispetto della sensibilita' altrui" gestivano, di fatto, nel centro di Capo d'Orlando un vero e proprio locale notturno all'interno del quale venivano consumati rapporti sessuali a pagamento tra le ragazze, reclutate dagli indagati ed usate come oggetto. Le donne, formalmente registrate come socie dell'associazione privata, di fatto erano vere e proprie lavoratrici retribuite con importo fisso giornaliero e, in base agli accordi raggiunti, con quota a percentuale sulle prestazioni extra, consistenti dal semplice intrattenimento del cliente con consumazione di bevande ai servizi sessuali richiesti, che i gestori concordavano con i clienti. I rapporti sessuali venivano consumati nei prive' allestiti all'interno del locale notturno oppure all'esterno, previo pagamento ai profittatori della tariffa pattuita. Gli arrestati, insieme all'atto sessuale, potevano procurare, a chi lo richiedesse, anche sostanza stupefacente dietro pagamento di un surplus sul servizio offerto.
Le indagini prendevano le mosse dai controlli eseguiti dai Carabinieri, che accertavano difformita' tra l'oggetto sociale delle associazioni "promuovere il tempo libero attraverso l'attuazione di iniziative e lo svolgimento di iniziative di natura culturale, ludica e ricreativa", e le pubblicita' presenti in rete. Sui social immagini dai contenuti espliciti, richiami sessuali ed erotici con fotografie di donne svestite in atteggiamenti decisamente provocanti. Le investigazioni svolte dai militari, supportate da attivita' di intercettazione, consentivano di acquisire elementi probanti a carico degli indagati. Nel corso delle attivita', infatti, emergevano chiare ed inconfutabili prove che documentavano le condotte poste in essere dagli indagati, gravi episodi delittuosi ed il fine assolutamente criminoso della consorteria criminale costituita. L'Autorita' Giudiziaria concordava con le risultanze investigative dei Carabinieri, portando in evidenza episodi di particolare crudelta', violenza ed aggressivita' usata dagli indagati nei confronti di alcune ragazze. Le vessazioni inflitte dagli aguzzini erano finalizzate a costringere le donne a prostituirsi, creando nei loro confronti un stato di perenne intimidazione e soggezione, che le induceva a non ribellarsi al volere dei "protettori" per paura di ritorsioni. Le giovani, infatti, venivano sottoposte a stringente controllo anche fuori degli orari di lavoro, limitazioni della liberta' personale, violenze fisiche e psicologiche, fino al sequestro dei documenti di riconoscimento per impedire la fuga. I Carabinieri chiudono cosi' il cerchio su una triste e violenta storia fatta di soprusi, minacce, intimidazioni e denaro guadagnato illecitamente.