Progetto Siracusa: sull'inquinamento i silenzi di sindaco e assessore
"Era il 20 luglio del 2016 quando la Commissione Sanità del Senato fece tappa a Siracusa per ascoltare i rappresentanti del territorio siracusa-no, me compreso, raccogliendo denunzie precise, allarmate e circostanziate sulle condizioni ambientali, sull’inquinamento, sui ritardi nelle bonifiche e nell’attuazione delle leggi sui rifiuti, sulla qualità dell’aria e sulla rimozione dell’amianto. Era solo una passerella estiva? La polvere dell’incuria ha già ricoperto i documenti raccolti e le attenzioni dichiarate spegnendo le speranze accese solo a parole ? Rispettosi e fiduciosi allora, scettici e ancora più preoccupati oggi. Di quella Commissione parlamentare non si è saputo più nulla, a distanza di sette mesi. Chi e che cosa vigila, ci chiediamo, su quei dati raccolti e sulle preoccupazioni espresse in quel lunghissimo pomeriggio?
Perché quello che non smette di arrivare alle nostre case è l’odore malsano di aria, acqua e terre inquinate. Come definire questo silenzio omertoso se non come il fallimento di un’azione di Governo inefficace e la riprova dell’inutilità assoluta dei rappresentanti del territorio nelle istituzioni ?". A denunciarlo è Ezechia Paolo Reale, portavove di Progetto Siracusa che aggiunge: "Quello che preoccupa ancora di più, rispetto alla lontana Commissione parlamentare, vicina a noi solo per un giorno, è il silenzio assordante del sindaco e dell’assessore all’Ambiente che nulla hanno fatto, nonostante le continue sollecitazioni di Progetto Siracusa, persino su quella piccola ed ovvia azione necessaria che è il ripristino della funzionalità della centralina di rilevamento della qualità dell’aria di via Nino Bixio, oramai silente, perché volontariamente disattivata, da oltre un anno; è il fatto che a tacere non sia solo il Comune ma anche il Libero Consorzio, la Regione e gli organi di controllo. Chi difende oggi la salute dei cittadini? Chi difende la nostra salute di uomini e donne che ogni giorno vedono allungare l’elenco di amici e parenti portati via dalle malattie ?
Non possono associazioni, movimenti e Chiesa sostituire le istituzioni i cui uomini e le cui donne dovrebbero avvertire l’imperativo morale di dedicarsi alla cura di un territorio abbandonato, anziché sprecare energie e tempo a dilaniarsi in lotte intestine ed, agli occhi della cittadinanza, inutili. Molti si chiedono quanto ancora si dovrà aspettare per coltivare il diritto alla normalità ed abbandonare le sterili chiacchiere? La domanda giusta è un’altra: Quando sarà troppo tardi per farlo? ", conclude Reale.