Lampedusa non è Napoli, Salvini accolto con gli applausi
“Mentre Merkel, Renzi, Gentiloni, Alfano sfilano e brindano a Roma per una festa dell’Europa che è diventata un incubo, io sono qui per chiedere che l’Italia difenda i propri confini”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, appena sbarcato a Lampedusa. L'Isola delle Pelagie non è Napoli e per Salvini la gente gli riserva applausi. Solo uno sparuto gruppetto di contestatori, ma la gente condivide quello che dice.
“C’è l’accoglienza dei volontari – afferma Salvini - e quella del portafoglio. Sono a Lampedusa, per la prima volta, per protestare contro le politiche migratorie degli affari. Il fallimento del'Ue sta tutto nei numeri: 500 mila sbarcati ma solo il cinque per cento di questi sono sul serio profughi che fuggono da guerre. Poi dodicimila morti che in questi anni hanno reso questo mare una fossa comune. E c'è chi specula su questa tragedia. Chiediamo ufficialmente alla Guardia di Finanza perquisizioni a tappeto nelle sedi delle Ong che fungono da scafisti istituzionali nel traffico di esseri umani".
Ad accompagnare nel tour isolano Salvini la senatrice della Lega Angela Maraventano, candidata a sindaca di Lampedusa ed il coordinatore della Sicilia occidentale di "Noi con Salvini", Alessandro Pagano., quello della Sicilia orientale Angelo Attaguile.
Il leader leghista ha fatto visita al cimitero, dove sono sepolti tanti migranti vittime delle traversate della speranza.
Salvini si è intrattenuto con la sindaca Giusy Nicolini e una rappresentanza di pescatori e operatori economici dell’Isola. "Con lei - ha detto - non siamo poi così distanti".