Catania, rissa all'ospedale Garibaldi: due denunce e due indagati
Personale del Commissariato “Centrale”, a conclusione di attività investigativa svolta anche mediante l’analisi delle immagini di video sorveglianza, ha denunciato in stato di libertà: C.M. 52 anni, R.A. 60 anni, e B.A. , 25 anni, quest’ultimi, rispettivamente, madre e figlio, responsabili del reato di rissa.
Nella stessa circostanza sono stati indagati per lesioni aggravate in concorso e resistenza a Pubblico Ufficiale: B.F. 61 anni e B.S. 33 anni, rispettivamente padre e figlio.
La denuncia trae origine dai fatti avvenuti all’interno dell’ospedale Garibaldi lo scorso 27 febbraio, allorquando l’agente di polizia in forza al Commissariato “Centrale” ed in servizio presso il posto fisso del nosocomio, interveniva a seguito di una violenta rissa che si stava verificando all’interno dei locali del M.C.A.U. (Medicina e Chirurgia Accettazione Urgenza) tra le persone sopra citate, che le indagini accertavano essere parenti di ricoverati.
L’attività investigativa condotta, consentiva di acclarare che tra i protagonisti dell’episodio già il giorno precedente vi erano state discussioni a causa della presenza nella stanza di una moltitudine di persone, circostanza non gradita da uno dei parenti del ricoverato.
Il 27 febbraio scorso, la discussione degenerava in una violenta rissa tra i componenti dei due nuclei familiari, cominciata all’esterno del padiglione e proseguita poi nel predetto reparto.
Infatti, dopo il primo “round” B.F. e B.S., ponevano in essere una vera e propria spedizione punitiva, piombando all’interno della stanza di degenza aggredendo C.M. utilizzando una cintura con una grossa fibbia a mo’ di “tirapugni”, causandogli lesioni al setto nasale guaribili in 30 giorni.
Nella circostanza i due energumeni opponevano resistenza all’agente del posto di Polizia prontamente intervenuto riuscendo a divincolarsi, ma nonostante ciò venivano compiutamente identificati, grazie anche all’intervento delle Volanti giunte sul posto in ausilio.
Gli altri “protagonisti” della vicenda riportavano lesioni guaribili in 5 giorni.