Canicattini Bagni, minaccia di morte la moglie per gelosia
I carabinieri di Canicattini Bagni hanno tratto in arresto nella flagranza dei reati di minaccia aggravata e detenzione illegale di arma comune da sparo e munizioni Michele Mangiafico, 66 anni.
Nel corso della notte i militari sono stati allertati dalla convivente dell’uomo la quale, in preda alla paura, ha contattato il numero di emergenza 112 ed ha richiesto l’intervento immediato di una pattuglia riferendo che il convivente la stava minacciando di morte. Giunti sul posto i carabinieri hanno bloccato Mangiafico ancora in evidente stato di agitazione, e, accompagnata in caserma la donna, hanno proceduto a ricostruire quanto accaduto. Alla base dell’aggressione una forte gelosia dell’uomo nei confronti della convivente, con la quale già in passato c’erano state delle incomprensioni che avevano segnato la loro relazione sentimentale. Nel corso della notte l’ennesima discussione per gelosia: la donna aveva comunicato al convivente che in giornata si sarebbe recata, in compagnia di alcuni amici, a Catania per svolgere delle commissioni personali ma l’uomo, in preda alla gelosia, aveva iniziato ad ingiuriarla riferendo che sarebbe stato lui ad accompagnarla. Ma al rifiuto della donna, che ribadiva di essersi già organizzati con gli amici, l’uomo andava su tutte le furie iniziando a minacciarla di morte. Temendo per la propria incolumità la donna ha deciso di contattare i Carabinieri che, dopo pochi attimi, sono giunti sul posto. La successiva perquisizione domiciliare consentiva di rinvenire, in un locale adibito a deposito, un fucile da caccia con il relativo munizionamento illegalmente detenuto da Mangiafico. In caserma, inoltre, la donna ha riferito che tali condotte moleste e minacciose da parte del convivente perduravano ormai da diversi mesi.
In considerazione dei fatti accaduti, Mangiafico è stato dichiarato in stato di arresto e, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito direttissimo presso il Tribunale di Siracusa. Al termine dell’udienza, in cui è stato convalidato l’arresto, l’uomo è stato rimesso in libertà non sussistendo la necessità di applicare misure cautelari personali.