La morte assistita di dj Fabo, Marco Cappato: "Vado ad autodenunciarmi"
"Alle 14.45 vado dai carabinieri ad autodenunciarmi per 'l'aiuto al suicidio' di Fabo". Lo annuncia Marco Cappato, dell'Associazione Coscioni, sul suo profilo Facebook, confermando così l'intenzione espressa ieri.
Ed un pensionato potrebbe seguire la strada di dj Fabo. "Potrei vivere ancora mesi, forse anni, ma non riesco a mangiare, a parlare, a dormire. Provo dolori lancinanti. È una sofferenza senza senso". A dirlo è Gianni Di Sanzo, pensionato Telecom, veneto, di 64 anni che stamattina si sottoporrà a suicidio assistito nella clinica Dignitas, la stessa dove ieri si è spento Dj Fabo. "Sono sempre stato un salutista. Vegano, addirittura", ha raccontato l'uomo al Fatto Quotidiano. "Poi la diagnosi del tumore, la prima operazione, le cure. Quindi la ricaduta, altre terapie, altra operazione. E ho detto basta! Mi sono informato, ho mandato le cartelle cliniche. E alla fine, dopo mesi di attesa, mi hanno convocato". Intervistata dal Corriere, la moglie Emanuela, in Svizzera con la figlia Marta, spiega che "Gianni è malato da due anni e la sua malattia lo ha ridotto ad avere una non vita. Diversi anni fa, ben prima che Gianni si ammalasse, eravamo insieme davanti alla televisione e guardavamo un programma dove c'era un servizio proprio su questo suicidio assistito in Svizzera", racconta. "Gianni mi ha guardato e me lo ha detto in quel momento: 'Se mi ammalo voglio morire così'. Adesso siamo qui". "Viviamo in un Paese incivile - sottolinea la donna - che non concede di morire in modo dignitoso".