Catania, riti voodoo per fare prostituire le ragazze: coniugi arrestati
Un nigeriano di 36 anni, Asiruwa Aigbedo, e la sua convivente Sylvia Aghimen, di 34, anch'essa nigeriana, sono stati fermati da agenti della squadra mobile di Catania con l'accusa di aver fatto giungere dal loro Paese nei barconi dei migranti giovani donne sottoposte al rito 'voodoo' da avviare poi alla prostituzione. Arrestati rispettivamente a Ferrara e Parma con la collaborazione delle locali squadra mobile, devono rispondere dei reati di tratta di persone e di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con l'aggravante di aver messo in pericolo la loro incolumità e la vita facendole imbarcare su natanti occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento sessuale e per trarne profitto. Gli agenti hanno eseguito nei loro confronti un decreto di fermo emesso dalla Dda della Procura di Catania e di una ordinanza emessa gip su richiesta della Dda. L'operazione è stata denominata 'Bross' dalla contrazione delle parole 'brother' (fratello) e 'boss' (capo), appellativo dato all'uomo da ua della sua giovani vittime. L'uomo si sarebbe occupato del reclutamento delle giovani vittime grazie all'aiuto di connazionali in Nigeria e ne organizzava il viaggio verso l'Italia. Inoltre avrebbe curato una rozza contabilità delle somme di denaro dategli dalle ragazze. La sua convivente avrebbe invece controllato che le giovani connazionali si prostituissero regolarmente secondo le indicazioni curando la fase della loro immissione nel circuito della prostituzione su strada. Le indagini, coordinate dalla Dda etnea, sono state avviate dalla squadra mobile di Catania dopo la denuncia presentata agli inizi del mese di marzo del 2016 da una giovane nigeriana, Benedetta (nome di fantasia) fermata per un controllo dalle forze dell'ordine a Catania, che aveva trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini.
La ragazza aveva detto di essere stata allettata dalla falsa possibilità prospettatale di raggiungere l'Europa per poter studiare, cosa che non avrebbe potuto fare nel suo Paese a causa delle condizioni di estrema indigenza del suo nucleo familiare. La vittima aveva raccontato di aver accettato la proposta di una donna, di nome Precious, di raggiungere il fratello di quest'ultima che era residente in Italia e che, dopo esser stata sottoposta al rito voodoo, aveva iniziato il viaggio insieme con ad altre 13 giovani nigeriane. La ragazza aveva anche raccontato di aver soggiornato a Benin Cit e a Zwara, città dove era giunta insieme con altre cinque connazionali e dove aveva anche subito violenza sessuale da libici. Messa con altri migranti su un barcone poi soccorso in alto mare, era stata poi portata nel Cara di Mineo. Insieme ad un'altra ragazza aveva poi contattato Aigbedo, fratello di Precious, che aveva organizzato il trasferimento delle due giovani a Ferrara, dove risiedeva. Giunte nella città emiliana, avevano trovato ad attenderle Aigbedo, che le aveva portate a casa sua. L'uomo e la sua convivente avevano poi informato le due giovani che avrebbero dovuto prostituirsi per estinguere il debito di 25.000 euro, somma dovuta all'uomo per aver organizzato il loro viaggio. Al rifiuto delle ragazze, i due conviventi le avrebbero malmenate selvaggiamente e, dopo qualche giorno, avevano dato loro abiti succinti e quant'altro necessario a prostituirsi. Le avevano accompagnate nel tratto di strada che avrebbe costituito la loro postazione lavorativa fornendo loro tutti dettagli su modalità e prezzi delle prestazioni sessuali. Benedetta, sfinita dalle continue vessazioni, era riuscita a trovare la forza di fuggire e si era recata a Catania, dove aveva iniziato a prostituirsi. Aveva poi deciso di chiedere aiuto dopo un controllo su strada operato dalle forze dell'ordine. Dopo essere stata affidata ad una associazione anti-tratta ha deciso di denunziare l'accaduto, pur ammettendo di temere ancora Aigbedo, al quale aveva già consegnato 2.000, a causa dei due riti voodoo ai quali era stata sottoposta in Nigeria e in Libia.