Sicilia: parte task force per potenziare l'uso della legge antisuicidi
E'' una norma rivoluzionaria, presente nel nostro ordinamento dal 2012, ma solo di recente, nel 2015, ha trovato applicazione grazie ai decreti attuativi pubblicati a tre anni di distanza dalla sua approvazione. Viene chiamata anche "legge antisuicidi" ed e' stata varata dal governo Monti per arginare le drammatiche conseguenze della crisi che aveva indotto centinaia di lavoratori e imprenditori a togliersi la vita. Una vera rivoluzione nel sistema economico italiano, in particolare nelle regioni del Sud Italia dove si concentra il maggior numero di soggetti esposti ai debiti e la soglia piu' alta di poverta'. In Sicilia la cosiddetta "legge sul sovraindebitamento" e' quasi del tutto sconosciuta e solo di recente, nel 2016, sta iniziando a sviluppare un certo numero di adesioni attraverso la consulenza di pochi studi privati o associazioni che hanno presentato ricorsi.
Ed e' proprio l'associazione SOS Debiti nata a Palermo l' anno scorso, come task force fondata da 15 tra legali e commercialisti, alcuni specializzati in consulenza aziendale che racconta all' Agi perche questa legge potrebbe essere ora tra i piu' importanti mezzi di rilancio per l' economia dell' isola. Ecco come funziona: la legge 3 del 2012, entrata in Italia in forte ritardo rispetto agli altri paesi Europei (Francia e Germania adottano leggi simili da oltre venticinque anni. In Inghilterra da mezzo secolo) prevede che tutti i soggetti non fallibili ( con meno di 500 mila euro di debiti) possano rivolgersi al giudice civile preparando un piano dove sono elencate tutte le passivita' di natura bancaria, fiscale o con fornitori, se si parla di partite IVA. Se il debitore riesce a dimostrare la sua buona fede, di avere cioe' contratto debiti in proporzione al reddito di cui disponeva prima della fase di crisi, puo' ora ottenere, in base a quello attuale, l'abbattimento della cifra dovuta ai creditori fino all' 80% e rateizzare con un piano di durata variabile fino a trent'anni.
"Tutti i soggetti al di sotto della soglia di fallibilita' erano in un limbo, in uno stato di disperazione - spiega Aurelio Benivegna, legale di SOS debiti - se in debito con il fisco o con le banche non potevano dichiarare fallimento ma non c'era un' altra strada efficace per non trascinare le passivita', a volte anche per tutta la vita". "Oggi grazie ad un piano ben fatto si possono abbattere tutti i debiti di una buona percentuale. Mentre nel 2012 la visione delle banche era di grande terrore rispetto a questa legge - ha aggiunto Bentivegna - in questi anni dove la crisi non e' andata a risollevarsi, soprattutto nel meridione d italia, i crediti sono degradati nei bilanci e sono stati ceduti a terzi soggetti, trasformandosi in passivita’.
Oggi il recupero di somme da parte degli istituti bancari, anche solo del 30 per cento, puo' essere tutto grasso che cola. E' in piu' c'e' una visione diversa: le banche grazie a questa legge e alla possibilita' di rivalutare la fedina finanziaria, che determina la vita civile di un individuo, possono tornare ad erogare prestiti, oggi sempre piu' difficile, vista l' altissima percentuale di soggetti segnalati al Crif (ndr. centrale rischi della Banca d' Italia che raccoglie i nominativi dei cosiddetti "cattivi pagatori" bancari). Un valido argine, dunque, all'immobilismo in cui versa il sistema economico e che mette in discussione l' idea di uno Stato rapace che non e' rimasto impassibile di fronte alle passivita' letali di un sistema che continua a creare debito ed espone i privati ad una tassazione elevatissima, uno Sttao che ha agito pero' ancora una volta sugli effetti, non sulle cause, rendendoli meno rovinosi e che non dice molto su questa importante novita' legislativa. "Una famiglia su dieci, secondo i dati ISTAT, in Italia e' gia' in sovraindebitamento segnala ancora il legale - e una su quattro in grosse difficolta'. In Sicilia ma anche in altre regioni del Sud, una famiglia su tre ha questi problemi. C' e' ancora una certa reticenza a far conoscere una legge tanto rivoluzionaria - dice - lo Stato tende a promuovere la falsa chiusura di Equitalia e la rottamazione delle cartelle esattoriali che e' stata invece un grosso buco nell' acqua perche' l' adesione alla rottamazione comporta il versamento del capitale senza interessi in 5 rate, spesso molto di piu' di quanto chi e' sovraindebitato possa pemrettersi".