Siracusa, Sottil: "Il Melfi non va sottovalutato: è una squadra che ha la propria identità"
Il Siracusa torna domani al De Simone per affrontare una delle cenerentole del campionato. Dopo 7 anni torna il confronto casalingo contro il Melfi, che in virtù della classifica, venderà cara la propria pelle. Gli azzurri sono reduci della sfortunata trasferta di Lecce dove i ragazzi di Sottil hanno combinato di tutto e di più: hanno provocato un rigore, un autogol e poi anche sbagliato il penalty dagli undici metri. Ma è stato un buon Siracusa che avrebbe meritato almeno il pari contro la capolista. Contro la formazione lucana ( fischio d'inizio alle 14,30) è probabile che Sottil riproponga lo stesso schieramento della scorsa settimana. Il tecnico ha recuperato in extremis, Dentice. Se non dovesse farcela schiererà Brumat. “Non sottovalutare il Melfi”. Lo ripete più volte l'allenatore Andrea Sottil prima ai giocatori e poi in sala stampa.
“La classifica non deve confondere nessuno- ha detto l'allenatore del Siracusa -, perché il Melfi è una squadra che ha subito 50 gol ma ne ha fatti 26, è una squadra che ha giocatori importanti, una squadra viva, che segue l'allenatore perché nonostante le sconfitte c'è un allenatore che lavora e una squadra con una identità ben precisa. Ovvio che è una squadra che evidentemente ha problemi e noi dobbiamo essere bravi a trovarli durante la partita e far male nelle zone dove possiamo incidere. Ma dobbiamo mettere in campo tutte le nostre caratteristiche soprattutto in partite come queste”.
In casa Siracusa la posta in palio è alta, anche perchè il patron azzurro, Gaetano Cutrufo, spera in qualcosa di più che la salvezza. La società è ambiziosa e i massimo dirigente del club vuole vedere come risponderanno gli sportivi siracusani. Insomma ha chiesto il sostegno dei tifosi, ma soprattutto il coinvolgimento di quanti non vanno più allo stadio. In una città di oltre 120 mila abitanti e con una provincia di quasi 400 mila, vedere solo qualche migliaio di spettatori al "De Simone" non è un dato incoraggiante. La gente c'è, manca la fiducia dopo le traversie degli ultimi 10 anni. Da una sfiorata serie B, ai dilettanti. Ma se oggi gli azzurri sono tra i prof, è merito della passione della famiglia Cutrufo.