La sfiducia al sindaco di Messina, si va a oltranza nella notte
Dibattito fiume al Consiglio comunale di Messina dove dalle 17.30 di discute sulla mozione di sfiducia al primo cittadino Renato Accorinti firmata da sedici consiglieri. Servono 27 voti su quaranta e il sindaco pacifista, eletto nel 2013, ha contro uno schieramento trasversale. Una vera e propria maratona che procederà a oltranza. Dopo i primi interventi dei consiglieri comunali ha preso la parola lo stesso Accorinti che ha fatto una veloce carrellata delle cose fatte: il Palagiustizia bis, lo smantellamento della tendopoli dei migranti del Pala Nebiolo, il Masterplan, i bilanci, ricordando di aver chiesto scusa alla città per i ritardi nel bilancio. Insomma, a conti fatti, Accorinti si dice sicuro di non meritare la sfiducia. E ha teso una mano al Consiglio: "Lavoriamo insieme, altrimenti - ha detto con calma l'uomo che con le sue magliette predica il 'Free Tibet' - buona fortuna a tutti". La seduta si è aperta in un'aula affollatissima con le dichiarazioni dei consiglieri comunali che sostanzialmente si stanno suddividendo in tre gruppi: quelli che apertamente dicono di votare sì per la mozione di sfiducia, attaccando l'amministrazione Accorinti e manifestando la volontà di chiudere questa esperienza; altri consiglieri invece, pur mantenendo un atteggiamento critico verso il sindaco e la sua Giunta chiedono un cambio di passo sostenendo che si asterranno per la votazione; infine, coloro che apertamente hanno manifestato l'intenzione di votare no alla sfiducia perchè tardiva e perchè comunque non utile per la città, chiedendo che l'amministrazione abbia la possibilità di continuare a lavorare per Messina. Molti interventi sono stati scanditi da applausi scroscianti o fischi da parte del pubblico tanto che per un paio di volte i lavori sono stati interrotti per pochi minuti.