Lo scippo dell'Autorità portuale di Augusta, l'ira del sindaco di Siracusa
Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha ufficialmente dichiarato che è stata la Regione siciliana a chiedere di firmare il decreto per l'autorità portuale di Catania, anzichè Augusta. Immediate le reazioni dei parlamentari siracusani. "E' l'ultima porcata di Crocetta - dice a caldo - il deputato all'Ars del Pid Grande Sud, Pippo Gennuso -. Si deve vergognare per avere traditoper l'ennesima volta la provincia di Siracusa. I cittadini siracusani difficilmente dimenticheranno. Penso che su questa vicenda ci sia un patto forte con il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ma il ministro deve sapere che ha firmato un decreto illegittimo. Dico ai miei colleghi parlamentari di scendere in piazza contro questo sopruso. A Crocetta consiglio di andare a casa e se pensa ad una sua riconferma, probabilmente non lo eleggerebbero più neanche a capo di un condominio".
Anche la deputata nazionale del Pd conferma le accuse a Crocetta: “La responsabilità di questo spostamento è da attribuire al Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che già nel settembre 2016, in un documento ufficiale protocollato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e facilmente rintracciabile sul sito del Ministero, richiamava il dettato normativo di cui al comma 3 dell’art. 7 del D.lgs 4 agosto 2016 che consente, su richiesta motivata del presidente della regione, di individuare, quale sede della istituenda AdSP in alternativa del porto Core, quella già sede di una AP soppressa e aderente alla medesima autorità di sistema”. “Più semplicemente, Crocetta chiedeva espressamente e con richiesta motivata, che l’autorità di Sistema Portuale venisse affidata a Catania a discapito di Augusta”.
Sulla futura sede dell’Autorità di sistema portuale per la Sicilia orientale, il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, mi ha segnalato stamattina la pubblicazione, sul sito del Ministero inviandomene il link, del documento formale con il quale il presidente della Regione ha chiesto di individuare Catania come sede dell’Autorità portuale per la Sicilia orientale al posto di Augusta con la contestuale concessione dell’autonomia finanziaria e amministrativa per la durata di 36 mesi. La presenza della richiesta (che invio in allegato) è stata già anticipata dall’onorevole Sofia Amoddio, ma ringrazio il ministro per questo gesto che fa luce sulla vicenda e sui passaggi politici e amministrativi che l’hanno caratterizzata.
“Ancora in questa circostanza, il ministro Delrio mi ha confermato il suo convincimento sul fatto che la sede debba coincidere con il ‘porto core’ - quindi con Augusta, così individuato a livello europeo in quanto di gran lunga superiore a Catania per infrastrutture e traffico merci - salvo diverse indicazioni che sono arrivate dalla Regione e alle quali per legge ha dovuto attenersi. Una convincimento che in passato il ministro Delrio mi aveva manifesto per ben due volte ma che non si è potuto concretizzare perché diversamente ha deciso il presidente Crocetta. Dunque, uno scippo vero e proprio messo in atto ai danni della nostro territorio a dispetto delle norme generali e le cui responsabilità sono ben individuabili. Positivo è il fatto che l’individuazione della sede dell’Autorità coincide con la ripresa degli investimenti, dei quali Augusta beneficerà in misura adeguata, ma resta la forzatura compiuta per fini che presto verranno alla luce e che, guarda caso, coincidono con un periodo decisamente caldo da punto di vista elettorale. Tutte le iniziative che saranno prese per dare ad Augusta ciò che le spetta mi vedranno impegnato e troveranno il mio sostegno. Avevamo iniziato questo ciclo politico-amministrativo inseguendo il sogno delle politiche di area vasta affinché le province di Siracusa, Catania e Ragusa collaborassero, ciascuna per le rispettive vocazioni e specificità, allo sviluppo di tutto il sud-est della Sicilia. In questo senso ci eravamo impegnati davanti al presidente Napolitano firmando un protocollo di intesa. A distanza di tre anni ci troviamo ad occuparci di banali atti di prevaricazione dettati dall’ambizione, che nulla hanno a che fare con l’interesse generale e che non ci aiutano a colmare il ritardo rispetto alle altre aree del Paese”.