Priolo, un catanese finisce in carcere per una serie di scippi
I carabinieri della Stazione di Priolo Gargallo hanno dato esecuzione alla misura dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Angelo Sortino, 44 anni, catanese, nullafacente, pregiudicato, per il reato di furto con strappo aggravato in concorso. Il provvedimento scaturisce al termine di una complessa ed articolata attività investigativa svolta nei comuni di Priolo, Carlentini, Augusta, Villasmundo e Siracusa dai militari della Stazione di Priolo e coordinata dal pubblico ministero Margherita Brianese della Procura di Siracusa. Le indagini, avviate per contrastare una sequenza di episodi di furto con strappo avvenuti sempre con modalità similari nei territori di diversi comuni della provincia e che avevano terrorizzato numerosi anziani vittime degli scippatori seriali, già a maggio scorso avevano consentito di sottoporre a fermo un altro soggetto catanese, Carlo Milici, 31 anni, disoccupato, pregiudicato, primo ad essere individuato come responsabile di almeno sei episodi di scippi commessi in concorso con altra persona, successivamente identificata proprio in Angelo Sortino, tratto in arresto ieri.
L’attività d’indagine era iniziata a seguito di due furti con strappo avvenuti a Priolo ai danni di due donne che, come nel più tipico dei casi, venivano avvicinate da due ragazzi a bordo di uno scooter con la scusa di una richiesta di informazioni, per poi subire lo strappo della catenina d’oro che portavano al collo.
Grazie all’analisi del modus operandi dei due soggetti, dallo studio di altri casi similari avvenuti in altri comuni e dalle testimonianze rese dalle vittime, i Carabinieri sono riusciti ad identificare i due scippatori seriali: in un primo momento Milici che, passeggero del ciclomotore, aveva il ruolo di strappare gli oggetti di valore alle vittime, ed in un secondo momento colui che materialmente conduceva lo scooter usato per gli scippi, ossia Sortino.
Nella sera di ieri i Carabinieri di Priolo hanno individuato Sortino all’interno della sua abitazione a Catania e, dopo le incombenze di rito, l’uomo è stato associato presso la casa circondariale di Piazza Lanza, mentre il Milici sottoposto a fermo a maggio 2016, ha poi patteggiato la pena.