Alcamo, detenuto ingiustamente per 22 anni: lo Stato lo risarcirà con 6 milioni e mezzo di euro
Sei milioni e mezzo di euro. Sono i soldi che lo Stato ha riconosciuto per 22 anni di ingiusta detenzione a Giuseppe Gulotta. Fu vittima del clamoroso "errore giudiziario" per la strage della casermetta di Alcamo Marina, il 26 gennaio 1976, nella quale vennero uccisi a colpi di arma da fuoco due giovani carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Gulotta, 59 anni muratore e imprenditore edile alcamese, vive a Certaldo, in Toscana; fu accusato ingiustamente del tutt'ora misterioso duplice delitto. Il denaro, come riportano alcuni quotidiani, gli permetterà di assicurare un alto tenore di vita a alla moglie Michela e ai figli, ed anche di fare una donazione alla chiesa guidata dal parroco che ha aiutato lui e la sua famiglia. Nel frattempo, ha deciso di concedersi un piccolo lusso: una Porsche Cayenne, comprata a rate perché gli sembrava un' enormità versare 75 mila euro tutti in un sol colpo. Ma ottenere il giusto risarcimento non è stato facile. "Dalla sentenza assolutoria - dice il legale toscano - sono passati cinque anni in cui Giuseppe e la sua famiglia hanno patito grosse sofferenze". Un anno fa l' uomo milionario sulla carta viveva ancora dell'azione caritatevole del parroco di Certaldo, don Pierfrancesco Amati, di qualche lavoretto saltuario offerto da amici e di un credito bancario "scoperto". Ora, finalmente, ha anche la libertà "economica" di potersi godere la vita. Per Gulotta, l'incubo è finito il 13 febbraio 2012, quando fu assolto dalla Corte d' appello di Reggio Calabria al termine del processo di revisione, avviato a seguito delle dichiarazioni ("Gulotta fu torturato dai carabinieri") dell' ex brigadiere dell' Arma Renato Olino. Il 20 luglio successivo si è chiuso con l' assoluzione anche il processo di revisione per Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, i presunti complici, fuggiti in Brasile prima della sentenza definitiva. Infine, è stato celebrato il processo di revisione anche per Giovanni Mandalà, morto in cella nel 1998. E a breve altri 6 milioni e mezzo di euro saranno versati ai suoi eredi. Ma per Gulotta e gli eredi Mandalà questa somma, seppur ingente, potrebbe essere solo un anticipo. "Entro fine mese - dice infatti l' avvocato Baldassare Lauria - presenteremo al Tribunale civile di Roma un atto di citazione contro l'Arma dei carabinieri con richiesta di risarcimento danni di 100 milioni di euro per Gulotta e altrettanti per gli eredi Mandalà. Se i giudici sbagliarono, infatti, fu perché alla base ci fu l' operato dei militari che svolsero le indagini. È la prima causa civile contro l' Arma in 200 anni di storia".