M5s, firme false a Palermo: furono 200 per il consulente del Pm
Non c'è pace per il M5s. Alla vigilia del voto online per la scelta del candidato a sindaco di Palermo - la sfida è a due tra l'avvocato Ugo Forello e il poliziotto Igor Gelarda - dalla relazione dei periti incaricati dai pm che indagano sul caso delle 'firme false' emerge che sono circa 200 le sigle risultate contraffatte a sostegno della lista che fu depositata alle ultime comunali: è la conclusione della consulenza grafica disposta dalla Procura del capoluogo che ha incaricato dell'analisi un pool di esperti. La relazione è stata consegnata oggi al procuratore aggiunto Dino Petralia e alla pm Claudia Ferrari che coordinano l'indagine. La "risposta" degli esperti aggiunge un importante tassello all'inchiesta aperta nei mesi scorsi dai magistrati e che coinvolge 13 persone: parlamentari nazionali e regionali del movimento, attivisti e un cancelliere del tribunale di Palermo. Dalla consulenza emergerebbero anche gli autori delle falsificazioni, che sono tra gli indagati. Le persone coinvolte infatti rispondono, alcune per la materiale riproduzione delle sottoscrizioni, altre per il concorso nel reato: sarebbero state presenti mentre i compagni del movimento ricopiavano dalle originali le firme. Nel registro degli indagati sono stati iscritti i deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino (nella foto) e Giulia Di Vita, Pietro Salvino, marito della Mannino, i parlamentari regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello, gli attivisti Samantha Busalacchi, Francesco Menallo, Stefano Paradiso, Giuseppe Ippolito, Alice Pantaleone e Riccardo Ricciardi, marito della parlamentare Loredana Lupo che non è indagata. Durante gli interrogatori solo due degli indagati, Pantaleone e Busalacchi, acconsentirono a rilasciare il saggio grafico chiesto dai pm. Per gli altri grillini inquisiti la Procura ha dovuto acquisire documenti da cui estrarre gli elementi grafici necessari alla consulenza. La decisione di copiare dalle originali le firme poste a sostegno della lista fu presa a ridosso dalla presentazione delle candidature e si rese necessaria perché le originali non erano utilizzabili per un errore nella compilazione delle generalità di un sostenitore. A confermare i sospetti degli inquirenti la "confessione" dei due deputati regionali coinvolti. Intanto, cresce l'attesa per chi sarà il candidato sindaco. I due contendenti, Forello e Gelarda, con due distinti post hanno lanciato un appello agli elettori del web. "Noi tutti ci siamo messi in gioco affinché la politica possa ritrovare il senso della sua esistenza nella cura dei beni comuni, nella concreta applicazione dei valori e dei principi della Costituzione - scrive Forello, tra i fondatori di Addiopizzo - Per questo, tra le nostre priorità, dovrà esserci un forte rilancio delle azioni volte a contrastare la dilagante povertà, economica ed educativa, sostenute anche da efficaci politiche occupazionali e di sviluppo delle attività produttive ed artigianali". Gelarda dal canto suo è "determinato a costruire insieme a voi una Palermo a 5 Stelle, dove profonderemo ogni nostra energia e capacità, se la rete dovesse scegliere me come candidato sindaco, alcune certezze 've', anzi 'ce' le possiamo dare tutti insieme. Agiremo con competenza e determinazione, rendendo tutto trasparente". Per il poliziotto "il candidato sindaco deve diventare il catalizzatore delle battaglie politiche che il Movimento ha fin qui intrapreso per garantire maggiore vivibilità nei vari quartieri". E "contattare la nostra amministrazione comunale e me stesso, quale eventuale sindaco a 5 Stelle, sarà, al contrario di quanto accade attualmente, semplicissimo".