L'intervista
Siracusa, l'onorevole Granata dietro le quinte... Ma non troppo
Da ventisei miliardi delle vecchie lire stanziate per il restauro del teatro comunale nel 1992 a un costo effettivo di quattro milioni di euro.
Conversazione sulla riapertura del teatro comunale di Siracusa in un incontro avvenuto nei giorni scorsi con i soci dell’Archeoclub di Siracusa: precisazioni importanti, dell’onorevole Fabio Granata, sulle spese sostenute per gli interventi sull’edificio nel cuore di Ortigia a Siracusa, riaperto dall’amministrazione cittadina da pochi giorni.
“Un grande plauso all’Amministrazione che ha voluto, non appena ottenuta la licenza da parte del Comitato, riaprire subito il teatro, un segnale molto importante per la città. - ha detto Granata ai soci- Mi sembrano stucchevoli le solite polemiche sulla programmazione: è chiaro che si è voluto aprire in breve tempo e quindi con una programmazione che non può che essere estemporanea, pur di qualità, mi riferisco per esempio allo spettacolo di Lo Verso.
Importante, tuttavia, discutere sul piano gestionale, questione da affrontare con serenità e con grande apertura mentale. Viviamo in una città sede della più grande macchina teatrale dell’occidente, la Fondazione Inda”.
Pensa all’Inda come possibile gestore della futura stagione teatrale?
“Non si può prescindere dal coinvolgimento delle produzioni curate dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, perché soltanto attraverso queste produzioni, tre per il prossimo anno, si può disegnare l’intelaiatura della nuova stagione per poi allargarla ad altri spettacoli coinvolgendo anche le realtà locali”.
Un teatro chiuso da quasi sessant’anni e che probabilmente verrà precluso alla cittadinanza nuovamente…
“Su questo è bene ricordare che i veri lavori sono iniziati solo nel 2001. Sulla storia del restauro vanno precisate le tappe che hanno portato alla riapertura. Dalla chiusura, avvenuta nel 1957 per la necessità di un adeguamento alle normative sulla sicurezza e dei sistemi di illuminazione, al 2001 ci sono state solo parole, senza che nessuno abbia mosso un dito, innescando un vero e proprio processo di deperimento e devastazione del teatro.
Nel 2001 quando si è iniziato a lavorare al progetto di restauro, affidato a Guido Meli del Centro Regionale del Restauro, il teatro, la sua torre scenica, era crollato su se stesso, probabilmente a causa del terremoto. Nel 2003, all’epoca ero Assessore Regionale ai Beni Culturali, venne revocato un primo progetto, risalente al 1992, di oltre 26 miliardi delle vecchie lire e insieme al sindaco di allora, Titti Bufardeci, venne affidato all’Istituto Regionale per il Restauro l’incarico di redigere un progetto esecutivo, a costo zero per la comunità in quanto istituto pubblico”.
Cosa prevedeva il progetto?
“I lavori non sono stati di restauro ma di ricostruzione, è bene ricordarlo, il teatro era veramente distrutto, dai solai, all’impianto scenico. L’edificio è stato consolidato, rifatti impianti idrici, elettrici e antincendio. Bisognava solo completare il rifacimento degli intonaci, dei pavimenti e l’acquisto degli arredi di sala, in poche parole solo il 5% del totale dei lavori previsti all’interno dell’edificio. In soli tre anni, dal 10 ottobre del 2005, inizio dei lavori, all’8 luglio 2009, data di riconsegna al Comune di Siracusa, il teatro è stato restaurato totalmente, ad eccezione delle rifiniture”.
Ma il teatro ha continuato a rimanere chiuso, perché?
“Il collaudo finale è stato effettuato nel 2010, da allora inizia una lunga storia legata alla contestazione sull’impianto antincendio, deperito, in realtà solo per la mancanza di manutenzione, impossibile da effettuare per la chiusura dell’immobile. Bisogna dare atto che l’attuale amministrazione e in particolare Francesco Italia, coinvolgendo l’Associazione Nazionale dei Carabinieri e alcune imprese locali, è riuscita a ottenere il permesso dalla Commissione Comunale per la riapertura”.
È voce comune che Lei sarebbe un buon candidato a sindaco di Siracusa…
“Non mi riconosco attualmente in nessun partito, seguo da “spin doctor” la vicenda regionale di Nello Musumeci. La città ha bisogno di un progetto di rilancio importante: se insieme ad altra gente si individua una strada per questo rilancio, sono disposto a spendermi direttamente. Questo non significa che mi candido a sindaco, ma a collaborare per superare il livello di decadimento della attuale politica cittadina. Vedremo se si creeranno delle condizioni per poter mettere in campo un progetto interessante, un progetto civico che vada oltre gli schieramenti, nell’interesse di una città che va solo accompagnata nella sua grandezza. Bisogna partire dai punti di debolezza: questioni sociali, ambientali, urbane, la qualità della vita nei quartieri popolari, da lì bisogna partire, non da Ortigia, con idea complessiva sulla città su cui pensiamo di poter lavorare”.
Cosa pensa del “governo di rivoluzione” di Crocetta?
“Crocetta? Un disastro, il peggiore governo della storia della Regione, analogo giudizio sul governo Renzi.”
Anita Crispino