Consegnate dal Quirinale
Palermo, processo Stato-mafia: acquisite le agende di Ciampi
Sono depositate agli atti del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, dopo la consegna da parte del Quirinale alla corte d'assise che celebra il dibattimento, le agende di Carlo Azeglio Ciampi, finora custodite presso l'archivio storico del Colle, relative al '93 e al '94, anni in cui Ciampi era presidente del Consiglio. Sono stati acquisite, come chiesto dall'accusa, solo le parti dei diari in cui si parla delle carceri, del 41 bis, del cambio ai vertici del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e delle stragi mafiose, temi, per i pm, centrali per l'oggetto del processo. Agli atti c'è anche il verbale di interrogatorio di Ciampi, nel frattempo deceduto. La corte, ad ottobre scorso, decise di acquisire le agende sottolineando anche che fu lo stesso Ciampi, in sede di interrogatorio, a invitare la Procura a esaminare i suoi scritti ritenendoli dunque utili. "Tale acquisizione limitata all'arco temporale indicato - precisò la corte - è ammissibile perché, pure se i documenti sono custoditi al Quirinale (Ciampi ne ha fatto dono all'archivio storico, ndr) non riguardano l'attività che questi svolse anni dopo da presidente della Repubblica", ma quella svolta da premier. Dunque, non sussisterebbero le preclusioni stabilite dalla sentenza emessa dalla Consulta, dopo il conflitto di attribuzioni tra Colle e Procura di Palermo sulle intercettazioni delle telefonate di Giorgio Napolitano, in merito alle conversazioni informali del Capo dello Stato. A parere dei giudici, comunque, non ci sono impedimenti alla acquisizione neppure delle annotazioni che dovessero riguardare dialoghi tra Ciampi e l'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro "in quanto redatte da soggetto diverso da quest'ultimo". Per l'accusa al centro della trattativa tra la mafia e pezzi dello Stato ci sarebbe stato anche l'alleggerimento del regime carcerario per i boss.