Palermo, esposto dei grillini su firme false: "Inchiesta manovrata"
Per i deputati grillini che hanno scelto il silenzio e imboccato la strada della non collaborazione, si tratta di un'inchiesta manovrata. Quella della Procura di Palermo sulle firme false del Movimento 5 stelle, è la loro accusa, sarebbe stata ispirata da un esponente di Addiopizzo, quell'Ugo Forello, avvocato, candidato per il voto di primavera nel capoluogo siciliano, che avrebbe imbeccato i 'pentiti' dell'indagine, come la parlamentare regionale Claudia La Rocca, grande accusatrice di Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, indagati-presentatori di un esposto alla stessa procura, oltre che all'ordine dei avvocati.
Il 'manovratore', secondo i membri della Camera, avrebbe anche tenuto contatti con i magistrati che si occupano dell'indagine che a questo punto, sostengono, dovrebbe essere trasferita a Caltanissetta. Fonti del Palazzo di giustizia respingono ogni ipotesi di fondatezza delle accuse e di condizionamento del loro lavoro che procede scrupolosamente senza soste e nel totale riserbo.
Netta la reazione della deputata dell'Ars chiamata in causa: "Cosa ci sia di sbagliato - dice La Rocca - in un avvocato che consiglia a diversi soggetti tirati in ballo nei servizi sulle firme false, di scegliere un'eventuale collaborazione con la magistratura, specificandone lo scrupolo e attenzione nel lavoro, non è dato saperlo... Eppure viene disegnato quasi come un peccato mortale. In tutto questo, fra le righe, anche la mia facoltà di intendere e di volere viene messa in dubbio, visto che sono stata dipinta come una 'pentita manovrata', quando di fatto ogni mia scelta è stata fatta in autonomia, lontana da ogni eventuale consiglio e dopo lunghe riflessioni, pensando di fare semplicemente la cosa giusta nei confronti della mia coscienza e per tutto ciò in cui credo. Strano che chi sceglie di collaborare con la giustizia, parlando prima di tutto del proprio coinvolgimento, venga dipinto come irretito da chissa' quale inverosimile complotto. Ancora piu' strano, e' essere stata cosi' ingenua al punto da mettere volontariamente in discussione anni di duro lavoro. Praticamente il mondo al contrario. Ho raccontato al Pm solo cio' che effettivamente ricordavo con estrema onestà intellettuale, non una parola di più né una in meno. Le carte lo dimostreranno. Attendo con fiducia l'esito delle indagini, voglio continuare a credere nella magistratura".
"Solo un cieco non vedeva la degenerazione in cui si stava scivolando". Lo afferma la deputata regionale del Movmento 5 stelle Claudia La Rocca, la 'superpentita' nell'inchiesta sulle firme false nelle liste grilline in occasione delle Comunali di Palermo del 2012, nella quale sono indagate tredici persone, tra cui i deputati Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, che hanno scelto di non rispondere ai Pm e di non rilasciare neppure il richiesto saggio grafico. Accusata dai tre parlamentari - presentatori di un esposto - di essere stata usata e di essere un tassello di una inchiesta pilotata, replica sdegnosamente: "Nessun complotto. Ho scelto di collaborare con la giustizia, raccontando al Pm solo cio' che effettivamente ricordavo. Ho sempre sostenuto come alcune ricostruzioni del servizio delle Iene non corrispondessero pienamente alla realta', come la strumentalizzazione delle mail, del record delle 13 ore in sede o la storia della riunione dove si sarebbe parlato della ricopiatura delle firme. Motivo per cui non c'e' nulla che stride fra le mie mail con la Mannino e la mia intenzione di dire la verita' ai magistrati, cosa che non ho mai pensato di omettere. Sono anche fermamente convinta che i soggetti che hanno portato alla luce questa storia, dopo quattro anni e mezzo, non l'abbiano fatto di certo per amore della verita' , ma probabilmente per mal di pancia passati e per creare caos in vista prossime comunali. In qualsiasi caso nulla cambia la realta' di un fatto avvenuto. Il punto e' questo. Ci sono tanti comportamenti in questi giorni che mi hanno lasciata perplessa, ad esempio sono convinta che chi e' innocente (e non sono io a deciderlo) ha il solo interesse di collaborare per far archiviare quanto prima la propria posizione, senza chiudersi in silenzi o paventate strategie per allungare il brodo. Forse sarebbe stato piu' sano affrontare con responsabilita' una situazione, invece di provare a 'buttarla in caciara'. Purtroppo sembra essersi perso il senso di ragionevolezza e della realtà".