Processo Borsellino
Caltanissetta, Pm: "Scarantino credibile sulle pressioni ricevute"
"Vincenzo Scarantino è attendibile quando parla di avere subito pressioni psicologiche per rendere determinate dichiarazioni sulla strage di via D'Amelio". Lo ha detto stamattina il procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci durante la requisitoria nel quarto processo per la strage di via D'Amelio, in corso davanti alla Corte d'Assise nissena. Paci sta continuando ad affrontare la questione del depistaggio nelle prime indagini sull'attentato del 19 luglio '92 e ha aggiunto: "C'è traccia di abusi, di contatti irrituali e connivenze tra investigatori e indagati per la ricerca di elementi che sostenessero una pista investigativa che all'epoca era plausibile, ma si ignorarono i campanelli di allarme che arrivavano dalle dichiarazioni contraddittorie di Scarantino sulla strage di via D'Amelio".
Vincenzo Scarantino, da solo, non avrebbe mai potuto imbastire una trama sulla strage di via D'Amelio talmente coerente da resistere a diversi gradi di giudizio. Ma, detto questo, non è possibile ignorare che Scarantino si impegnò nell'accusare persone che sapeva innocenti e lo fece per un tornaconto personale, consistente nell'uscire dal carcere e avere dei benefici". Lo ha detto il procuratore aggiunto Gabriele Paci concludendo la sua analisi della posizione del falso pentito Vincenzo Scarantino nella requisitoria del quarto processo per la strage di via D'Amelio, in corso davanti alla Corte d'Assise nissena e che vede lo stesso Scarantino imputato per calunnia. "È stata sfruttata la fragilità di Scarantino per riuscire a dare valenza di prova a elementi che erano solo intuizioni", ha affermato Paci. La Corte ha disposto una breve pausa; alla ripresa dell'udienza prenderà la parola il procuratore capo Amedeo Bertone.