dopo il referendum
Manovra, oggi il voto di fiducia: attesa per la direzione Pd
Il ministro per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi in Aula al Senato ha posto la questione di fiducia alla manovra di Bilancio. "A nome del governo, - ha detto - e autorizzata dal consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti articolo 1" del ddl sulla legge di bilancio "nel testo identico a quello approvato dalla Camera". In sottofondo mormorii dall'Assemblea. Il ministro ha lasciato subito dopo l'Aula.
'E' inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee'. Questa è la posizione del Colle, secondo l'Huffington Post. 'Il risultato del referendum ha confermato un Parlamento con due Camere, regolate da due leggi elettorali profondamente differenti, l'una del tutto proporzionale, l'altra fortemente maggioritaria con forti rischi di effetti incompatibili rispetto all'esigenza di governabilità', scrive l'Huffington Post.
Per il Colle quindi una nuova legge elettorale e dunque un governo che assicuri una transizione ordinata, nel rispetto della sovranità del Parlamento, sarebbe innanzitutto "una soluzione obbligata prima che buon senso". Inoltre, determinante diventa anche la sentenza della Consulta: "Ovvie ragioni di correttezza istituzionale richiedono prima di andare a nuove elezioni di attendere le conclusioni di quel giudizio il cui esito non è ovviamente prevedibile". Quale governo assicuri questo percorso è, innanzitutto, nelle mani di Renzi. E affidato alla volontà del Parlamento, perché sin dall'inizio di questa crisi il capo dello Stato si è posto come arbitro e garante, osserva il quotidiano online.
Matteo Renzi nella direzione del Pd di oggi, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, indicherà un bivio: o un governo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o le elezioni. Il Pd, spiegano le stesse fonti, non è intenzionato a reggere un governo da solo facendosi "rosolare" dalle opposizioni che chiedono le urne anticipate e accusano i dem di volere restare al governo.
Le consultazioni per la formazione del nuovo Governo inizieranno giovedì, al massimo venerdì. Questo è l'orientamento del Quirinale alla vigilia del voto di fiducia sulla manovra e della direzione del Pd. Fermo restando uno scenario in veloce evoluzione.
Intanto tempi strettissimi per l'ok della manovra in Senato. Il governo chiederà la fiducia sulla legge di bilancio e punta ad arrivare al voto in Aula entro domani sera. Le dichiarazioni di voto cominceranno alle 12 e la prima chiama è prevista per le 14.30. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha accettato di 'congelare' le proprie dimissioni in attesa dell'ok alla manovra convinto anche dai tempi strettissimi di approvazione che saranno, dunque, tali.
Già in mattinata il Pd aveva fatto sapere di voler accelerare. Sulla legge di bilancio - aveva detto il capogruppo Pd in commissione Bilancio Giulio Santini - "chiederemo di fare il più presto possibile" ed è quindi "presumibile" che vada in Aula domani sera.
Ma la Lega va all'attacco: "Non ci sono le basi - scrivono in una nota i capigruppo a Camera a Senato Massimiliano Fedriga e Marco Centinaio - per l'approvazione rapida della legge di bilancio al Senato a meno che il governo non elimini immediatamente tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica. Non vogliamo prolungare l'agonia per ripagare gli endorsement ricevuti da Renzi in campagna elettorale".
"Prima si vota meglio è. Noi la pensiamo così, il PD che ne pensa? La voce del suo segretario conta ancora qualcosa? Basta chiacchiere e battute. Siate chiari davanti agli italiani. Aspettiamo una risposta dopo la vostra direzione di domani". Così Beppe Grillo dal suo blog.
"Si apre ora una fase politica nuova, nella quale la parola deve tornare agli italiani. Perché questo avvenga occorre una legge elettorale che garantisca la governabilità e una reale corrispondenza della maggioranza parlamentare alla maggioranza popolare. Siamo certi che il Presidente della Repubblica sarà garante di questa complessa fase, con la sua saggezza e il suo scrupolo istituzionale". E' quanto si legge in una nota di Forza Italia al termine del vertice ad Arcore con Berlusconi.
Palma a Renzi, convinto che passi la fidcucia sulla manovra? - "Ma Renzi e Alfano sono proprio sicuri che tutti i senatori voteranno la fiducia alla manovra?". A porre la domanda è il senatore di FI Francesco Nitto Palma commentando con i cronisti ipotetici scenari futuri che si profilano dopo il voto referendario. "Renzi e Alfano, dopo averci stalkerizzato per mesi con le esigenze di stabilità e salvaguardia del sistema economico nazionale, vogliono andare al voto a febbraio con una legge maggioritaria alla Camera e una proporzionale al Senato". E sono sicuri che i senatori non preferiscano un governo che gestisca l'esercizio provvisorio e completi la legislatura invece che andare ora al voto a febbraio con un Paese profondamente diviso?, chiede Palma. "Se per caso Renzi e Alfano immaginano di poter portare il Paese alle elezioni con il loro governo sappiano che il passaggio obbligato è il voto di fiducia sulla legge di stabilità. E mi auguro - aggiunge - che se dovessero provare questo azzardo abbiano certezza che i senatori non renziani del Pd, quelli di Ncd e quelli di Ala votino tale fiducia.
Intanto la Corte costituzionale ha fissato per l'udienza del 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sull'Italicum.
Barack Obama ha chiamato Matteo Renzi per ringraziarlo per l'amicizia e la collaborazione di questi anni: lo rende noto la Casa Bianca. "L'Italia rimarra' uno degli alleati piu' vicini - ha assicurato Obama parlando con Renzi -, piu' saldi e piu' indispensabili degli Stati Uniti". Renzi nel pomeriggio ha ricevuto anche le telefonate di Francois Hollande e di Benjamin Netanyahu.