Pesa solo 2 grammi
Ragusa, pacemaker da record impiantato su due pazienti a rischio
Un pacemaker da record: solo due grammi di peso, grande poco più di una pillola, non necessita di alcun filo o catetere né richiede incisioni nel torace o tasche sottocutanee . Nessuna cicatrice, nessun “gonfiore” sotto la pelle del torace: il paziente dopo una degenza di 24 ore torna a casa, senza limitazioni all’attività fisica.
Il pacemaker è stato impiantato a Ragusa su due pazienti. A differenza del tradizionale pacemaker – esterno al cuore e collegato a cateteri – questo pacemaker è impiantato in anestesia locale con un cateterino introdotto attraverso la vena femorale e fissato al tessuto cardiaco attraverso uncini metallici.
A spiegare i particolari dell'intervento, il direttore della Cardiologia dell'ospedale "Maria Paternò Arezzo", Antonino Nicosia. "Due i pazienti ai quali è stato impiantato il nuovo sistema: un uomo di 78 anni con fibrillazione atriale permanente, bassa risposta ventricolare e asistolie di circa 4 secondi; una donna di 73 anni con fibrillazione atriale permanente, bassa risposta ventricolare e fasi di eccessivo rallentamento del battito cardiaco fino a 20 battiti/minute. Entrambi avevano già subito un intervento di cardiochirurgia ed erano ad elevato rischio per un impianto del pacemaker tradizionale per deformità toracica e condizioni cliniche generali.
Essere protagonista di questo piccolo primato siciliano mi rende particolarmente orgoglioso per varie ragioni, aggiunge Nicosia. Abbiamo aiutato due pazienti “fragili”, impiantando dei sistemi di elettrostimolazione con una tecnica che ha minimizzato i rischi connessi alla procedura (infezione, pneumotorace); abbiamo familiarizzato con una tecnica rivoluzionaria, in atto molto costosa, ma che probabilmente rappresenterà lo standard per tutti i pazienti che necessitano l’impianto di un pacemaker. Sento il dovere di ringraziare le persone che hanno reso possibile tale primato. La Direzione aziendale che, nonostante il costo elevato, ha compreso l’importanza di questa rivoluzione tecnologica; Il dottor Giuseppe Campisi e l’equipe infermieristica dell’Emodinamica della Cardiologia di Ragusa che, con la loro professionalità e dedizione al lavoro, hanno consentito rapidamente il raggiungimento dell’obiettivo; Il professor Tondo e l’equipe di elettrofisiologia dell’ospedale Monzino di Milano che hanno seguito i nostri primi passi anche ospitandoci presso la Cardiologia di Milano".