Operazione del comando provinciale dei carabinieri
Droga a fiumi per le discoteche ragusane, 21 arresti: 16 in carcere
Alle prime luci dell’alba di oggi i Carabinieri di Ragusa hanno dato esecuzione a 21 ordinanze di custodia cautelare, di cui 16 in carcere e 5 ai domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale di Ragusa, Claudio Maggioni, su richiesta del Pm Valentina Botti, che ha concordato con le risultanze investigative raccolte dai militari della Compagnia di Ragusa, a carico di pregiudicati italiani ed albanesi tutti appartenenti ad un sodalizio dedito allo smercio di droga nel territorio della provincia iblea.
L’attività di indagine, iniziata nell’ottobre 2015, è il prosieguo dell’omonima operazione denominata “Kamarina Drugs” che nel dicembre 2015 ha portato all’arresto di 14 spacciatori che svolgevano la loro attività illecita nei pressi dei luoghi maggiormente frequentati dai giovani lungo la costa marittima ragusana.
Proprio a partire da quella prima attività sono state approfondite le posizioni ed i ruoli di alcuni personaggi gravitanti nel giro della droga ed è emersa una fitta rete di spacciatori che facendo base in Santa Croce Camerina, Vittoria, Scoglitti e Comiso riforniscono assuntori provenienti da tutta la provincia.
Gli arrestati sono 12 albanesi e 9 italiani. Sconteranno la misura in carcere: Mirjan Ajdini, 29 anni, Donato e Mirko Ballarò rispettivamente di 29 e 23 anni, entrambi di Vittoria, Gianfranco Casano, 27 anni, di Vittoria, Lorenc Daiu di 38, Ferit Hoxholli , 35 anni, Hajdar Kaja, di 31, Elton Laraku, 30 anni, Kujtim Malka, 38 anni, Francesco Oro, 35 anni, di Santa Croce Camerina, Elis Rustami di 30, Erion Seferi, 35 anni, Davide Spatola di 35, di Vittoria, Adenis e Dashnor Tosku, rispettivamente di 34 e 38 anni, Antonino Zisa, 38 anni, di Santa Croce Camerina.
Sconteranno la misura presso i rispettivi domicili: Michele Maurizio Zago, 35 anni, imprenditore di Ragusa, Klodian Kamberaj di 37, Jessica Kaftirani, 22 anni, Antonino Di Modica, 34 anni, di Vittoria, Giuseppe Burrometo, di 40, imprenditore agricolo di Ragusa.
Durante l’attività di indagine, conclusasi nel giugno 2016, i servizi di osservazione controllo e pedinamento, riscontri sul campo ed intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito di arrestare in flagranza del reato di spaccio ben 8 spacciatori, sequestrare circa un chilogrammo di sostanze stupefacenti, tra cocaina ed hashish, e segnalare alla Prefettura 15 assuntori.
Sin da subito nell’indagine è emerso che Mirjan Ajdini chiamato anche Arjan o “Emiliano”, rappresentasse il vero e proprio punto di riferimento di spacciatori ed assuntori di sostanze stupefacenti del tipo cocaina dei centri di Santa Croce Camerina, Vittoria, Scoglitti e Comiso. Lo stesso veniva coadiuvato, nell’attività di spaccio, che svolgeva prevalentemente presso il suo domicilio, dall’amico italiano Francesco Oro, già emerso nei contatti degli indagati della “Kamarina drugs”.
I due ricevevano gli assuntori o piccoli spacciatori presso una villetta sita a Punta Braccetto, dimora di Ajdini e nascondevano lo stupefacente in barattoli di vetro occultati nei cespugli del vialetto adiacente, cosicchè mentre l’ albanese intratteneva gli ospiti concordando quantità e costo della cessione Oro usciva a recuperare la “merce” necessaria allo scambio. Nel corso dell’attività sono stati effettuati sequestri della cocaina occultata all’esterno dell’abitazione e arresti degli acquirenti, a loro volta spacciatori, che uscivano dalla casa di Ajdini, spesso diretti in discoteche del vittoriese.
L’attività d’indagine è stata complessa ed ha richiesto particolare dedizione, nonché l’ausilio di “occhi elettronici”, a causa del fatto che gli indagati erano molto guardinghi e mettevano in atto varie strategie al fine di eludere o passare indenni dai controlli di polizia. In un caso, nel corso di un controllo ad un indagato, i militari del Nucleo Operativo hanno trovato una cospicuo quantitativo di cocaina e 9.000,00 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio, ben occultati in un’intercapedine ricavata nel cruscotto dell’autovettura, reso amovibile in maniera da essere utilizzato facilmente come nascondiglio per la droga e per il denaro ricavato dall’attività illecita.
In altri casi, attraverso un sistema di “vedette”, che consentisse un’adeguata copertura, lo spaccio avveniva sulla spiaggia, dove qualsiasi intervento delle forze di polizia poteva essere compromesso o ritardato dalle condizioni ambientali. Tuttavia anche tale difficoltà è stata superata dagli investigatori dell’Arma che, fintisi bagnanti, hanno proceduto all’arresto di uno spacciatore in flagranza, dopo che costui aveva venduto alcuni grammi di hashish a due turisti.
A margine, ma non per importanza, è inoltre emerso dall’attività che alcuni degli indagati avessero nella disponibilità delle armi che occultavano scrupolosamente e di cui si sconosce l’effettivo utilizzo. La circostanza, oltre che dalle conversazioni telefoniche è stata confermata dai servizi di pedinamento ed osservazione che hanno consentito di localizzare il punto di occultamento proprio nell’area serricola a ridosso della Riserva Naturale di Randello.
Tale risultanza investigativa è stata riscontrata quando Spatola, buttafuori nei locali ragusani, e, a suo dire, esperto di armi ha risolto un malfunzionamento della pistola di Ajdini, procedendo alla sostituzione di alcuni pezzi della stessa e successivamente, fermato e sottoposto a controllo, è stato trovato in possesso delle parti dell’arma da fuoco.
Pertanto, a Ajdini, Tosku, e Spatola viene contestato altresì il reato di detenzione e porto illegale di armi.
Nel corso delle perquisizioni è stata sequestrata la somma contante di quasi 26.000,00 euro e vario materiale per confezionamento dello stupefacente.