Al Testasecca
Nello Musumeci a Caltanissetta per spiegare le ragioni del No al Referendum
Matteo Renzi pensa di poter venire in Sicilia, fare qualche comizio mentre il popolo lo contesta e promettere, promettere, promettere… Quest’uomo ha una idea dei siciliani molto precisa: pensa che possano farsi prendere per i fondelli con il miraggio di assunzioni e con una pioggerella di denari che non ci sono. Al premier risponderanno le urne e sarà solo l’anticipo del prossimo anno: il Pd non passerà!”. Così, Nello Musumeci che ha fatto tappa a Caltanissetta per il suo giro della Sicilia a sostegno del No al referendum del 4 dicembre.
Al Testasecca sono state centinaia le presenze, per un incontro introdotto da Raffaele Stancanelli, coordinatore del comitato per No di #DiventeràBellissima, e al quale hanno partecipato i deputati Angelo Attaguile e Alessandro Pagano, in rappresentanza del movimento Noi con Salvini, “che ha sposato con analoga passione le ragioni del No al referendum e che è impegnato in una campagna elettorale serrata perché non prevalga la riforma Boschi”.
Tanti gli amministratori cittadini (che si sono riuniti prima dell'inizio della manifestazione per valutare l'imminente voto sulla costituzione del Libero Consorzio di Caltanissetta e che hanno deciso di affidare al presidente del consiglio comunale di Mussomeli, Valenza, e al vicepresidente del consiglio comunale di Gela, Cascino, il compito di una ricognizione degli amministratori), e i promotori del movimento, a partire da Filippo Misuraca e Giovanna Candura che hanno indetto la manifestazione; presenti i rappresentanti delle forze politiche locali.
“Questo referendum costituzionale - ha esordito Musumeci - ha un valore politico e morale altissimo: siamo di fronte a una proposta di riforma della Carta fondamentale dello Stato che stravolge il principio della sovranità popolare ed affida il governo delle istituzione a una oligarchia priva di legittimazione democratica”. Di più: “è lo stesso chema utilizzato per le province: si fa finta di abolirle, si sostituiscono i suoi rappresentanti, prima eletti dal popolo e oggi nominati dai partiti”.
Musumeci non sceglie la polemica a tutti i costi e preferisce stare al merito della riforma: “bisogna raccontare la verità agli elettori: non è vero che la riforma supera il bicameralismo, non è vero che fa risparmiare, non è vero che renderà più semplice l’approvazione delle leggi. Infatti, mentre restano sia il Senato, ridotto a un dopolavoro per sindaci e consiglieri regionali (cui viene “regalata” l’immunità parlamentare), che la Camera - e quindi non si abolisce proprio nulla - la nuova legge fondamentale prevede un meccanismo schizofrenico che consentirà in ogni caso al Senato, ove si determini a farlo, di votare anche su leggi di competenza monocamerale”.
Il leader dell’opposizione non lesina critiche neppure all’Italicum: “La legge elettorale ci consegnerà oltre il 50% dei deputati nominati dai capi partito, cui si aggiunge un premio di maggioranza che appare palesemente incostituzionale: se questa realtà incontrovertibile viene avvicinata al metodo di composizione del nuovo Senato, tutto nominato dai partiti, ne consegue un sistema istituzionale nel quale pochi oligarchi conteranno più di milioni di italiani. Non lo possiamo consentire”.