Indagine di Federconsumatori
A Siracusa la Tari è il triplo di Belluno, a Catania è fra le più care d'Italia
L'ultima indagine annuale di Federconsumatori sulla tassa sui rifiuti, la Tari, relativa ai capoluoghi di Provincia, mette nero su bianco i paradossi del sistema rifiuti in Sicilia: a fronte di tariffe altissime (Sicilia seconda solo alla Campania, con una media regionale di 381,06 euro), il servizio erogato è costantemente al confine con la crisi. In due province siciliane la Tari è cresciuta nel 2016 rispetto al 2015 (Messina +5,21% e Ragusa +3,96%, dati riferiti a una abitazione da 100 mq e tre componenti familiari). In tutta l'isola la tassa sui rifiuti è cresciuta in media del 23% rispetto al 2010 (mentre, nello stesso periodo, l'inflazione è cresciuta del 7,4%. La Tari nei comuni capoluogo non è affatto omogenea: ad Agrigento si pagano 385 euro, a Caltanissetta 288, a Catania 427 (nona posizione tra le più care in Italia), a Enna 315, a Messina 412 (decima in Italia), a Palermo 307, a Ragusa 407 e a Trapani 383. Caso limite Siracusa, maglia nera nazionale: con i suoi 502 euro di Tari (+69% rispetto alla media nazionale) è il capoluogo italiano dove i cittadini spendono di più per smaltire i propri rifiuti. La media nazionale, sempre per abitazioni standard da 100 mq, è pari a 296 euro. Cioè 85 euro in meno che in Sicilia. A Belluno, ad esempio, la Tari è di soli 149 euro. Cioè 3,3 volte meno che a Siracusa e 2,5 volte meno rispetto alla media siciliana. "Sono dati che parlano chiaro - commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa - E' evidente che molti Comuni, per far fronte ai tagli ai trasferimenti pubblici che da anni hanno ridotto al lumicino i propri bilanci, abbiano trovato nella Tari un modo facile per recuperare i denari mancanti all'appello".