Lo ricorda la presidente della Camera Laura Boldrini
Palermo, 25 anni fa ma mafia uccise Libero Grassi: disse no al racket del pizzo
"Caro estortore, volevo avvertirti di risparmiare telefonate minacciose e spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, perché non siamo disponibili a dare contributi e abbiamo chiesto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere". La presidente della Camera Laura Boldrini riprende su Facebook le "coraggiose" parole, pubblicate nel gennaio del 1991 su un quotidiano, dall'imprenditore palermitano Libero Grassi. "Disse un no netto e deciso alla richiesta di pagare il pizzo a Cosa Nostra. - ricorda Boldrini nel suo post - Grazie alla sua denuncia gli estortori vennero individuati e arrestati. Ma Libero fece di più. Contro la mafia propose azioni collettive da parte degli imprenditori. Incoraggiò la politica a curare la qualità del consenso per non avere una cattiva democrazia. Pochi mesi dopo, il 29 agosto di 25 anni fa, gli spararono". "A portare avanti il suo impegno e le sue idee è stata, con instancabile tenacia e umiltà, la moglie Pina Maisano, scomparsa lo scorso giugno. - prosegue - Oggi a raccogliere il testimone dobbiamo essere tutti noi, istituzioni e amministrazioni locali, associazioni di categoria insieme alla società civile perché la lezione di Libero è che contro la criminalità serve la forza di una comunità consapevole, unita e compatta nel rifiuto di ogni tipo di intimidazione".