Terremoto politico e giudiziario
Ballottaggi al veleno a Vittoria, 9 persone indagate per voto di scambio con la mafia
Nove persone sono indagate per voto di scambio con la mafia nell'ambito di un'inchiesta della Dda della Procura di Catania sulle elezioni comunali di Vittoria, nel Ragusano. Militari della guardia di Finanza del comando provinciale del capoluogo etneo hanno eseguito perquisizioni e acquisito atti negli uffici del Comune e anche nelle segreterie dei due candidati al ballottaggio per il ruolo di sindaco, Giovanni Moscato (ex Fdi) e Francesco Aiello (Sicilia democratica).
L'inchiesta, secondo quanto si apprende, riguarda l'attuale tornata elettorale e altre comunali a Vittoria. Tra gli indagati ci sarebbero diversi candidati a sindaco e al consiglio comunale. Il fascicolo è stato aperto sulle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Avila e Gravina, che hanno ricostruito scenari di voto di scambio con ambienti mafiosi. La Dda della Procura di Catania ha delegato le indagini a militari della guardia di finanza del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale del capoluogo etneo. A Vittoria domenica c'è il secondo turno di voto amministrativo per l'elezione, al ballottaggio, del sindaco.
Ci sono anche il sindaco uscente, Giuseppe Nicosia, suo fratello Fabio, e la candidata del Pd a primo cittadino, Lisa Pisani, tra i nove indagati dalla Dda della Procura di Catania nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza il voto di scambio con la mafia per le amministrative a Vittoria, nel Ragusano. Indagati anche due persone indicate come vicine all'ex sindaco, Maurizio Di Stefano e Raffaele Di Pietro, e due candidati al consiglio comunale: Raffaele Giunta e Cesare Campailla. Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti sono state eseguite dalla Guardia di Finanza di Catania su disposizione del sostituto procuratore Valentina Sincero e dal procuratore aggiunto Amedeo Bertone, che oggi il plenum del Csm ha nominato nuovo procuratore capo di Caltanissetta. Secondo quanto si è appreso da fonti attive nell'inchiesta, le indagini avviate servono a cercare riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Biagio Gravina e Rosario Avila.