Le indagini dei Carabinieri
Trapani, marijuana a fiumi e omicidio: arrestati due fratelli
Fatta luce sull'omicidio di un romeno il cui corpo carbonizzato e' stato trovato il 22 maggio in contrada Biancolidda di Mazara del Vallo. Arrestati due fratelli accusati di omicidio e soppressione di cadavere in concoso. Un delitto collegato al ricco business della coltivazione di marijuana su cui indagava anche il maresciallo capo Silvio Mirarchi ferito durante un appostameno e poi morto in ospedale. Ma per il procuratore facente funzione di Marsala Anna Sessa, spiegano gli investigatori, "non vi e' alcun collegamento tra tali fatti e quanto verificatosi in contrada Ventrischi il 31 maggio scorso". La svolta sull'omicidio del 38enne romeno Cristian Maftei al termine delle indagini dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Marsala e della Stazione di Petrosino, coordinati dal sostituto procuratore Antonella Trainito, con il supporto del Ris di Messina. Scoperte 9000 piante di marijuana, oltre 30 chili di marijuana, un fucile e un revolver. Il Gip Francesco Parrinello ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Vito e Giuseppe Signorello, incensurati mazaresi di 46 e 39 anni. I due si trovavano gia' nel carcere di Trapani, insieme ai cognati romen di 26 e 27 anni, Ionut Stoica e Gheorghe Florian, con cui erano stati tratti in flagranza di reato il 16 maggio scorso perche' ritenuti responsabili in concorso di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre i soli Signorello anche di detenzione illegale di arma da fuoco.
Nella mattinata del 16 maggio scorso, alla Compagnia di via Mazara si erano presentati 4 romeni che, in stato di agitazione, riferivano che nella notte, mentre stavano rubando nella campagne tra le contrade Samperi di Marsala e Fiocca di Mazara del Vallo, in alcuni terreni posti in prossimita' dell'ex distilleria "Concasio", erano stati esplosi colpi d'arma da fuoco, dandosi alla fuga. Due di loro erano rimasti feriti: Iliuta Dura di 22 anni, che, colpito alla gamba destra, e' riuscito a fuggire, e Cristian Maftei, rimasto sul posto. Qui i militari hanno individuato 40 serre delle quali 39 coltivate con piante di marijuana. Poco distante una abitazione rurale la cui anziana proprietaria ha riferito che quella azienda agricola era riconducibile ai figli, i due fratelli Signorello, proprietari di un'altra piantagione di cannabis dove erano stati rintracciati i due romeni risultati essere braccianti agricoli: in un magazzino c'erano 33 chili di marijuana, un revolver con 4 bossoli gia' esplosi e 3 proiettili ancora integri, oltre a 6 proiettili dello stesso calibro; mentre all'interno dell'abitazione, in una cassaforte, c'era un fucile Calibro 12, semiautomatico, marca Beretta, sottoposto a sequestro insieme alla pistola ed allo stupefacente. A seguito degli interrogatori, i due fratelli Signorello e i due operai romeni sono stati tratti in arresto e condotti in carcere. I successivi esami, hanno permesso di individuare tracce di sangue nell'auto utilizzata dai Signorello. Fino all'individuazione domenica 22 maggio, su indicazione di alcuni contadini, in un appezzamento di terreno, a circa ottocento metri dall'azienda dei Signorello, del corpo di un uomo quasi totalmente carbonizzato. Le successive analisi svolte dal Ris sulle tracce di Dna repertate hanno accertato che era il cadavere di Maftei. A quel punto i due fratelli hanno spiegato che la notte tra il 15 e il 16 maggio Giuseppe Signorello si era recato nell'azienda agricola dove insieme al fratello e ai due braccianti romeni, coltivava una vasta piantagione di cannabis, per controllarla e prevenire tentativi di furto gia' subiti nelle serate precedenti. A tal fine, si era armato di fucile e di una pistola calibro 38 illegalmente detenuta. Al suo fianco i due braccianti romeni, i quali, dopo essersi addormentati, erano stati risvegliata dai colpi di fucile e di pistola esplosi da Giuseppe Signorello. In quelle fasi era stato ucciso Maftei, il cui cadavere era stato trasportato in un campo adiacente e bruciato.