Operazione Himera
Traffico di reperti archeologici, il Gip di Termini ordina l'arresto di un siracusano
Vasta operazione contro il traffico di reperti archeologici in Sicilia. In azione i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio culturale e dell'Arma territoriale. Il blitz, denominato "Himera" dal nome di un importante sito palermitano e coordinato dalla Procura di Termini Imerese, e' scattato in diverse province dell'Isola, colpendo un'organizzazione criminale specializzata nel traffico di opere di interesse archeologico frutto di scavi clandestini in vari siti dell'isola. Sono gia' state sequestrate centinaia di reperti di epoca greca e romana di notevole interesse archeologico. I carabinieri ritengono di avere sgominato un traffico internazionale di beni archeologici siciliani. La vasta operazione e' scattata all'alba.
I carabinieri hanno eseguito tre misure cautelari (una in carcere, una ai domiciliari e un obbligo di dimora) con l'accusa di traffico illecito di beni archeologici in vari siti siciliani. Altre 22 sono le persone indagate. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica. E' stato arrestato Giovanni Stelo 56 anni di Siracusa. Agli arresti domiciliari è finito Angelo Sichera, 50 anni infine, l'obbligo di dimora, è scattato per Giuseppe Spinola 50 anni di Paternò. Perquisizioni sono state eseguite in provincia di Catania, Caltanissetta, Enna e Siracusa, a carico dei cosiddetti "tombaroli". L'indagine è stata avviata nel 2014, per debellare gli scavi clandestini a Termini Imerese (PA), presso il sito archeologico di "Himera". L'organizzazione criminale, secondo gli investigatori, era in grado di gestire tutte le fasi del traffico illecito: dagli scavi clandestini all'esportazione (tramite corrieri) in Germania, alla vendita all'estero dei beni (attraverso canali in via di ulteriore approfondimento). Sono stati scoperti scavi clandestini nei siti archeologici di Termini Imerese (PA), Corleone (PA), Petralia Sottana (PA), Augusta (SR), Cattolica Eraclea (AG) e Mussomeli (CL). Sono in corso indagini all'estero per il recupero dei beni illecitamente esportati al di fuori del territorio nazionale.