Operazione "Medicina" della squadra mobile di Ragusa
Eroina a fiumi tra Pozzallo e Modica: tre arresti, due latitanti
Compravano l'eroina a Palermo, poi la portavano a Vittoria per confezionarla e inondavano le piazze di Pozzallo e Modica. Ma dopo accurate indagini ed una serie di pedinamenti, la squadra mobile di Ragusa ha arrestato tre persone. Si tratta dei fratelli Giovanni e Mirco Biazzo, rispettivamente di 27 e di 18 anni e Generosa Ancona, 33 anni. I poliziotti hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del Gip su richiesta del Pm Valentina Botti.
Gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa, da attività info-investigativa apprendevano che l’eroina che veniva venduta a Modica e Pozzallo proveniva da Vittoria e pertanto veniva effettuato, nel mese di aprile del 2015, un mirato servizio antidroga, anche in considerazione del fatto che nell’ambiente circolava voce di droga tagliata male e che qualcuno poteva rimetterci la vita.
Dopo pochi giorni di osservazione della stazione degli autobus di Vittoria, veniva intercettata una coppia di tunisini che, a seguito di radiografie e perquisizione, veniva trovata in possesso di oltre 100 grammi di eroina.
Nell’occasione veniva tratto in arresto il cosidetto “ovulatore”, soggetto che aveva materialmente il possesso della droga occultata nel retto ma, dagli accertamenti, emergeva fosse complice dell’altro giovane tunisino che si accompagnava a lui.
Dalle immediate indagini tecniche sui telefoni dei due tunisini trovati in possesso dell’eroina si apprendeva che entrambi avessero decine di contatti con italiani residenti nel Comune di Modica e Pozzallo, pertanto l’attività investigativa veniva ampliata fino a giungere all’identificazione dei fratelli Biazzo e della compagna di Giovanni Biazzo, Generosa Ancona .
Il giro d’affari dei destinatari della misura cautelare era sempre più in crescita ma al fine di porre un freno alle attività di spaccio, gli uomini della Polizia di Stato sono intervenuti nel corso delle indagini con sequestri e facendo arrestare dei complici che si trovavano in altre province siciliane, in special modo a Palermo, luogo da dove proveniva la droga.
Un momento delicato dell’indagine è stato vissuto durante l’estate 2015, quanto gli acquirenti lamentavano che l’eroina era stata tagliata male e aveva provocato gravi disturbi alla salute degli assuntori.
Quel momento, particolarmente delicato, è stato superato senza che nessun cliente riportasse danni permanenti ma, la fibrillazione tra i vari concorrenti al reato di traffico di sostanze stupefacenti, è servito perché ha fornito fondamentali riscontri all’attività di spaccio.
I clienti parlavano in codice di “medicina” (da qui il nome dell’operazione) per il mal di testa, asserendo di voler pagare anche il doppio se la cura avesse risolto il problema.
Quando poi i tunisini che rifornivano i modicani si approvvigionavano di droga più pura, lo comunicavano ai clienti rappresentando che la medicina adesso era quella buona; “si garantisce buona qualità; se è davvero diversa domani faccio tornare i miei amici per fare una prova”.
Centinaia i messaggi ricevuti dagli spacciatori, sia grossisti che “di piazza”, tutti cercavano l’eroina ed in questi casi le indagini sono meno complesse perché gli eroinomani non riescono a controllarsi ed anche telefonicamente chiedono in modo quasi esplicito di avere della droga.
Durante le attività d’indagine, dalle intercettazioni telefoniche di Giovanni Biazzo e della compagna, emergeva in modo chiaro che i due avessero preso di mira un ex della donna per estorcergli del denaro. Se dapprima la donna simulava delle difficoltà economiche per farsi mandare del denaro, successivamente, avendo capito che l’uomo potesse conferire loro somme di denaro, decidevano di aumentare le richieste fino a quando la vittima non si rifiutava. In quel momento, i due, andavano su tutte le furie iniziando a minacciare di morte reiteratamente la vittima che in quel momento si trovava fuori regione “appena scendi ti faccio vedere io; adesso sono 5.000 se no ti ammazzo; appena torni diventano 10.000, adesso fai così perché siamo per telefono, appena ti prendo ti ammazzo; non scendere più perché ti giuro che ti ammazzo pezzo di merda; ti stai mettendo in un guaio più grosso di te, se continui così domani non arrivi a mezzogiorno”.
Centinaia i messaggi e le conversazioni con richieste estorsive ai danni di una vittima, colpevole solo di essere stato innamorato di una criminale senza scrupoli che pur di procurarsi del denaro lo aveva costretto a concedergli somme ogni qualvolta lei lo chiedesse con la complicità di Giovanni Biazzoche inizialmente si fingeva amico di Generosa Ancona per “spillare” denaro alla vittima.
Giovanni Biazzo ha una posizione più grave, se vogliamo di organizzatore dell’intera rete di spaccio sul versante modicano in quanto si avvaleva, per i fini predeterminati, del fratello e della compagna.
Nelle more delle indagini e prima che arrivasse il provvedimento di cattura a carico dei tre arrestati, i due tunisini che si occupavano di rifornirli, entrambi residenti a Vittoria si sono allontanati dal territorio ibleo e sono tuttora in corso, indagini finalizzate alla loro cattura.