La protesta sulle criticità degli atenei
L'Università di Palermo aderisce a "Nuova primavera": al fianco pure Comune e Regione
Docenti e studenti con indosso lenzuola bianche come fantasmi, lauree conferite in Comune, lezioni pubbliche di storia dell'arte sulla scalinata del Teatro Massimo. Sono alcune delle iniziative di protesta a cui ha aderito l'ateneo di Palermo in occasione della giornata "Per una nuova primavera delle Università", indetta dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui). All'iniziativa, organizzata per sensibilizzare il governo sui problemi delle università, hanno aderito Comune e Regione, con la presenza al dibattito al collegio di San Rocco, della vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, del sindaco Leoluca Orlando, del rettore, Fabrizio Micari e del presidente dell'Ersu Alberto Firenze. "Le difficoltà non mancano - ha detto Fabrizio Micari - C'è il problema dei finanziamenti, del diritto allo studio, ma l'Università di Palermo è anche un'università che vuole andare avanti. Senza la sua università la città perderebbe moltissimo dal punto di vista della formazione, della cultura e della ricerca e anche dal punto di vista economico e sociale". Il rettore ha anche affrontato il problema del calo delle immatricolazioni. "Il numero di immatricolati dipende moltissimo dalle prospettive di lavoro dei ragazzi - ha aggiunto - Le istituzioni devono lavorare insieme". Per l'occasione un allestimento scenografico ha rappresentato al collegio di san Rocco la città "con" e "senza" l'Università. Poi, dalla scalinata del teatro Massimo, studenti e docenti hanno inscenato la protesta indossando lenzuola bianche come fantasmi, fatto volantinaggio e dato lezioni pubbliche, per sensibilizzare tutti sulla migrazione da Sud a Nord e sullo svuotamento degli atenei. Il culmine nell'atrio di Palazzo delle Aquile, con una straordinaria proclamazione delle lauree in Scienze statistiche, Ingegneria gestionale e Ingegneria elettrica in comune alla presenza del rettore Micari e del sindaco Orlando.