Testimonianze d'affetto per l'arciprete
Augusta, la pioggia non ferma il flash mob: "Don Palmiro non si tocca"
Neppure la pioggia ha fermato gli augustani che oggi pomeriggio al Duomo di Augusta hanno organizzato una manifestazione, nata come flash mob a sostegno dell'arciprete Don Palmiro Prisutto. Tantissima la gente presente per dimostrare solidarietà e gratitudine a un prete dalle mille battaglie: da quelle del terremoto del '90 quando era ancora parroco di Brucoli a quelle odierne a difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini. Un parroco che non nasconde l'amarezza per l'ultima vicenda che lo ha visto protagonista: la protesta delle Confraternite che "accusano" l'arciprete di non rispettare le tradizioni e trascurare i parrocchiani. A questo sarebbe conseguito un invito dell'arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, che gli avrebbe "consigliato" le dimissioni. Un'ipotesi che le testimonianze di vicinanza degli augustani hanno tentato di scongiurare, dimostrando all'arcivescovo di condividere l'operato dell'arciprete, compresa la sua costante denuncia contro l'inquinamento ambientale che affligge la zona di Augusta-Priolo-Melilli. Don Prisutto è noto oramai in tutta Italia per la lettura, ogni 28 di ogni mese durante la messa, dei nomi delle vittime del cancro, una lista che ha personalmente raccolto e che ad oggi conta oltre 800 nominativi.
I manifestanti dopo una lunga sosta nel piazzale della Chiesa Madre si sono spostati all'interno dell'edificio religioso gremitissimo per partecipare alla messa, dove tra gli altri erano presenti i rappresentanti delle confraternite. Presente alla manifestazione anche la sindaca di Augusta, Cettina Di Pietro. " In questo momento - ha detto la prima cittadina - è importante stare accanto a padre Palmiro, un sacerdote che non si preoccupa solo delle anime della sua comunità, ma anche della loro salute".
L'attesa risposta a tanto affetto da parte degli augustani non è tardata ad arrivare. Durante la messa Padre Palmiro ha voluto ribadire, attraverso una lettera che ha indirizzato alle confraternite e alla comunità, la volontà di mettere fine alle divisioni: un accorato appello all'unione, alla riconciliazione, rifiutando ipocrisia e rancori, soprattutto davanti all'altare dove oggi si sono riunite centinaia di persone. Nella conclusione della sua lettera un auspicio, quello di poter incontrare il Vescovo in occasione della Santa Pasqua e poter riferire "Caro vescovo, ci siamo perdonati". Un fragoroso applauso ha avvolto queste ultime parole, e il gesto di "scambiarsi un segno di pace" durante la funzione non è mai stato così carico di significato per una comunità che ha dimostrato di "stare dalla parte" del suo arciprete.