Teatro Verga fino al 6 marzo
Catania, superbo Eros Pagni nel "Sindaco del rione Sanità"
Quando Eduardo De Filippo scrisse la commedia "Il sindaco del rione Sanità", la scrisse con l'intento di non recitarla personalmente. La scrisse pensando ad una figura in carne ed ossa, lontana dal suo modo di essere attore, ispirato da un certo personaggio, che si chiamava Campoluongo, e che veniva a trovarlo prima di tutte le prime in camerino per fare due chiacchiere e prendere un caffè. Nella commedia portata in scena a Catania al teatro Verga, con la regia di Marco Sciaccaluga, Campoluongo si chiama Antonio Barracano ed è superbamente interpretato da Eros Pagni; una sorta di eroe negativo, che difende poveri, emarginati e disperati. Una figura che vive ai limiti della legalità, rasentando un certo atteggiamento malavitoso ma dotato anche di una carica visionaria straordinaria ed una generosità unica.
Barracano ha subìto sulla sua pelle la giustizia degli uomini per aver ucciso un uomo da giovane, ma riuscendo a farla franca per aver avuto "amici in paradiso" come lui stesso marca spesso durante la commedia. "La società fa merce dei disperati, e i ricchi si nutrono della disperazione per acquisire potere, io difendo i disperati". Lui, come una sorta di Robin Hood, nel cuore della Napoli popolare, tra l'altro lo stesso quartiere di Totò, incarna l'ultima speranza, il baluardo degli ultimi contro la tirannia dei primi.
Ma nel momento di aprire gli occhi, di fronte al tradimento di coloro che aveva sempre salvato e difeso, - il tradimento metaforico di tutti gli uomini - davanti alla perdita dell'incanto, quando perfino uno straccione salvato dai debiti e dall'usura, fa finta di non aver visto chi lo aveva pugnalato, Don Antonio Barracano continua ostinatamente a stendere il suo sguardo puro e benevolo sui suoi protetti. Nemmeno la morte riuscirà a sopraffare la sua visione di un mondo caotico su cui stendere ordine e controllo.
Solo il suo medico personale, Fabio della Ragione (omen nomen), non accetterà più il silenzio del quieto vivere, mantenuto fino a quel momento per 30 anni di devoto servizio a don Barracano, e redigerà il vero certificato di morte avvenuto per accoltellamento scatenando una faida sanguinaria di tutti contro tutti senza pace e senza fine.
Una commedia complessa, dai toni comici e tragici che mette in luce le ombre dell'animo umano, di cui probabilmente De Filippo era profondamente attratto. Una commedia diversa resa ancora più interessante dalle performance di tutti gli attori della compagnia, che ha visto gli Stabili di Genova e Napoli fondersi in un progetto comune. Ciascuno ha saputo imprimere il giusto "Phatos" alla vicenda. Ma su tutti spicca Eros Pagni, per la padronanza delle parole e per i silenzi che si fanno ancora più parola, evocazione, spiritualità.
Ritmi armonici, gesti misurati e particolari universali: come quel pane tagliato a colazione con la mano che si ferma nel momento esatto in cui apprende dell'incidente della moglie. Insomma, uno spettacolo autentico, catartico e coinvolgente dove Eduardo De Filippo esce di Scena, congedandosi dai suoi spettatori abituali, ed entra in scena il Sindaco del Rione Sanità. Da non perdere.