Protesta per l'occupazione
Vertenza Eni a Gela, centomila cartoline da spedire al premier Renzi
Centomila cartoline saranno spedite al premier, Matteo Renzi, per spronarlo a risolvere la "vertenza Gela". Partiranno dal comprensorio gelese per iniziativa di Cgil, Cisl e Uil, con un finto francobollo tricolore, in cui la città rivendica "salute e lavoro", e due messaggi molto chiari, conditi da un'ironia pungente: "Gela vuole vivere!" e l'hashtag "#matteocambiaverso", parafrasi del motto elettorale renziano l'Italia "#cambiaverso". L'iniziativa sindacale delle cartoline-appello giunge al 15 giorno di mobilitazione dei lavoratori del petrolchimico Eni, che continuano a mantenere i blocchi alle principali vie di comunicazioni del territorio. Intanto, ha creato scalpore, in città, la decisione simbolica, ma dal forte significato politico, presa ieri sera dai consiglieri comunali del gruppo del Pd di autosospendersi dal partito in segno di protesta contro la mancata soluzione della problematica legata al rilancio economico, produttivo e occupazionale della raffineria Eni e del territorio gelese. Il M5s propone "di interrompere gli incontri istituzionali per rimarcare ancora di più il livello della protesta", respingendo il protocollo d'intesa i cui due investimenti pari a 2,2 miliardi, ad avviso dei pentastellati, dovrebbero essere spesi solo per le bonifiche ambientali e il risanamento.