Domenico Messinese espulso dal M5s
Il sindaco di Gela al contrattacco: ennesima esecuzione di piazza
"Prendo atto di una decisione espressa da una Corte Marziale di bit, ma non condivido". Nel ribadire che non ha nessuna intenzione di dimettersi, il sindaco di Gela, Domenico Messinese, commenta così la decisione del Movimento 5 Stelle che lo ha espulso ieri dal Movimento. Messinese tiene a precisare che non si appellerà "a nessun organo di secondo grado interno solo perché a noi pentastellati o ex pentastellati non è permesso, ma le motivazioni di quella che è solo l'ennesima esecuzione di piazza sono degne di un'altra Storia della Colonna Infame ispirata ai giorni nostri". "Addurre dall'alto per un sindaco di un grosso centro - ha continuato Messinese - la decurtazione dell'indennità di carica, non inserita nel programma elettorale, ha la stessa coerenza di una regola francescana teorizzata da Rockefeller. Mentre sul protocollo d'intesa con Eni, qualcuno informi i miei giudici politici che il mio predecessore, vero firmatario del documento, ha forse dubbi sulla sua identità nel Pd ma non è di certo iscritto al M5S". "Con questo esprimo il mio rammarico per imputazioni strumentali sulle quali (non solo io) - conclude il sindaco che ha convocato, per oggi, una conferenza stampa- conservo la mia idea ma non la diffondo per rispetto. Alla gara rancorosa degli attacchi mediatici di alcuni portavoce estremisti in cerca di popolarità infatti oppongo il silenzio a favore di tutti gli altri amici, la gran parte, del Movimento".