Celebrati in Cattedrale
Siracusa, funerali per Stefano e pure fuochi d'artificio per l'addio
Hanno i volti segnati dal pianto, ma dentro hanno tanta rabbia nel vedere il loro compagno di scuola, ma anche amico di tutti i giorni, chiuso nella bara bianca. E' tantissima la commozione al Duomo ai funerali di Stefano Pulvirenti, una vita stroncata per un tragico incidente stradale. La cattedrale di Siracusa è pienissima e non tutti hanno trovato posto all'interno della chiesa. I familiari dello studente del liceo "Quintiliano" sono in prima fila a piangere quel figlio che era soltanto un "bravo ragazzo" che si è trovato al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Per la vita di Stefano che lascia la vita terrena a 17 anni, un'intera comunità ha pregato per lui. Ma dopo 23 giorni di agonia, nonostante gli sforzi dei medici del Garibaldi di Catania, non ce l'ha fatta a vincere la battaglia per la vita. Oggi l'ultimo saluto a Stefano con il rito funebre celebrato da padre Sudano, parroco della Chiesa di Santa Rita, quella parrocchia in cui Stefano è cresciuto, ha ricevuto i sacramenti e ha pure iniziato il percorso nell'Agesci. La mamma di Stefano, diventato figlio e fratello di tutti i siracusani, che si sono sentiti coinvolti appieno in questo dolore, ha accolto familiari e amici ai piedi della bara bianca e da tutti ha ricevuto e a tutti ha dato un abbraccio; nel suo volto e nei suoi occhi un dolore composto senza eccessi. E la stessa compostezza l'ha mostrata presentandosi davanti al libro delle Scritture per leggere i testi sacri. Breve e sentita l'omelia con la quale padre Sudano ha chiesto al Signore di stare vicino ai familiari in questo momento di grande dolore, aiutandoli con l'unica consolazione possibile, quella della fede. "La vita vera - ha detto - è quella eterna, che arriverà dopo quella terrena, quella che nessuno potrà toglierci". Applausi all'uscita della bara bianca in Piazza Duomo, poi il corteo funebre. Giunti a Largo Aretusa, i ragazzi hanno riservato un altro momento a quell'amico dalla faccia pulita, dai riccioli scuri e dagli occhi sinceri: hanno srotolato un striscione con la scritta " Insegna agli angeli a pescare...ciao fratellino nostro!" e poi fuochi d'artificio e tantissimi applausi, con il nome di Stefano gridato a squarciagola, quasi a volerlo sentire ancora vicino, ancora vivo, ancora in mezzo a loro.