L'omicidio di Santa Croce Camerina
Loris, nuovi colpi scena entrano nell'inchiesta: il padre del bimbo racconta altri particolari ai Pm
Nuovi risvolti nell'inchiesta su Veronica Panarello, imputata per avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, e di averne occultato il cadavere. Li ha depositati la Procura di Ragusa in sede di udienza preliminare e il Gup Andrea Reale, su parere positivo dei Pm, ha concesso termini a difesa, rinviando tutto al prossimo 3 dicembre. Tra i documenti anche un'integrazione dei consulenti medico legali della Procura sulla fascetta che lega i polsi a Loris. La madre, nella nuova ricostruzione che punta sull''incidente' a casa, del bimbo che si strangola da solo stringendosi una fascetta di plastica al collo, aveva detto che il figlio ne aveva anche ai polsi, indossati come dei braccialetti. La perizia dice un'altra cosa: Loris ha "segni di compressione" da fascetta su "entrambi i polsi", ma non nella parte interna, come se fossero stati legati con le mani giunte ed è "verosimile l'ipotesi che sia stata applicata successivamente", dopo lo strangolamento. Sulla vicenda il legale di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita, pur precisando di "non avere ancora letto il documento", osserva che "sarà il nostro consulente tecnico a dire se l'analisi è contestabile, e se potrà andare bene anche alla difesa: è necessario studiare". Nei documenti depositati anche nuove dichiarazioni del marito, Davide Stival, che con i suoi genitori, è stato ammesso come parte civile dal Gup. "Facciamo un viaggio insieme?", le avrebbe chiesto nonostante la tragedia in corso. E in un'altra occasione gli pone un altro quesito: "e se ci bloccano il conto corrente?". Davide Stival resta sorpreso, ma giustifica tutto con il drammatico momento che stanno vivendo. Dopo le recenti parziali ammissioni della moglie, però ritiene di dovere fornire tutti le informazioni di cui è in possesso alla magistratura. Agli atti anche un video ripreso dalla polizia scientifica durante il sopralluogo al canalone dove ha portato il corpo senza vita di Loris. In auto al suo legale, tra le lacrime, dice "non lo so" perché, per poi aggiungere: "mi livai a vita da sula..." ("mi sono tolta la vita da sola..."). Ci sono anche i video dei suoi sopralluoghi nel canalone ("non credevo ci fosse il vuoto dopo il muretto, credevo che la strada continuasse"), nel canneto dove si sarebbe liberata dello zainetto del figlio e a casa ("ero nell'altra stanza, ascoltavo la radio mentre pulivo il biberon con la spugna, poi ho sentito un rumore e ho chiesto Loris, Loris che succede, la porta della sua stanza era socchiusa e lui era al centro" con la fascetta mortale che si sarebbe stretto da solo per gioco). Veronica Panarello è presente all'udienza. Partecipa attivamente. Concorda con il suo legale ogni scelta processuale: la richiesta dei termini a difesa e anche la sospensione di quelli della sua custodia cautelare. "Ha avuto momenti di grande commozione - ricostruisce il suo avvocato - in aula era tesa, ma presente. Molto provata e psicologicamente stanca e stressata. Non è una passeggiata in campagna, sta affrontando un processo che comunque vada le segnerà per sempre la vita". Nessuno scambio di frasi e neppure di sguardi con il marito: la sua strada e quella di Davide sembrano definitivamente divise. Anzi contrapposte. Anche se il legale dell'uomo, l'avvocato Daniele Scrofani, sottolinea che a loro "interessa arrivare alla verità perché - rileva - c'è una ricostruzione in continuo divenire ed è difficile accettare una realtà così forte. Lui ha avuto un atteggiamento coerente con quello di un padre che vede schiantata la propria famiglia in un secondo". Non ha dubbi invece la sorella di Veronica, Antonella Panarello, che è presente al Palazzo di Giustizia di Ragusa per "vederla negli occhi". Dice con fermezza: ""Per me lo ha ucciso lei" perché probabilmente "Loris ha visto qualcosa che non doveva vedere, ma non so dire cosa". Non crede alla svolta improvvisa della sorella: "Ha sempre ricordato tutto". Poi al settimo mese di gravidanza è colta da malore ed è trasportata in ospedale con un'ambulanza. Poco dopo dimessa. Un altro atto di un dramma al quale non sembra ancora scritta la parola fine.