Economia
Bankitalia: "Sicilia fuori dalla recessione, ripresa da agganciare"
La Sicilia è fuori dalla recessione, ma la ripresa deve essere ancora "agganciata". Dopo sette anni consecutivi di recessione, nella prima parte del 2015 l'economia siciliana ha mostrato segnali di stabilizzazione del ciclo. A rilevarlo l'aggiornamento congiunturale della pubblicazione "L'economia della Sicilia" di Bankitalia, presentato stamane nella sede del capoluogo siciliano. Nel manifatturiero e' emerso un andamento reddituale e del fatturato migliore rispetto allo scorso anno, soprattutto per le imprese di maggiore dimensione e per quelle piu' votate all'export. L'attivita' di spesa in conto capitale rimane debole ma registra qualche segno di attenuazione del calo. Le esportazioni sono nel complesso diminuite ma al netto dei prodotti petroliferi si realizza una crescita che ha riguardato molte tipologie produttive, tra cui la chimica e l'agroalimentare. "Ancora - ha detto il direttore della filiale di Palermo, Antonio Cinque - non possiamo definire la situazione economica Sicilia in ripresa ma sicuramente non siamo piu' in recessione. Dopo sette anni di recessione, vediamo segnali di ottimismo. Ci sono alcuni settori che fanno rilevare degli andamenti positivi. Stentano a partire gli investimenti e l'occupazione cresce poco, ma sono fenomeni legati a questo momento di transizione ma ci sono segnali di aspettative positive vista la crescita del Centro-Nord". Anche nel terziario si e' registrato un lieve miglioramento del tono congiunturale, con particolare riferimento al commercio e al turismo. In quest'ultimo caso e' proseguito il trend di crescita delle presenze e delle spesa effettuata dai viaggiatori stranieri. Nelle costruzioni l'attivita' produttiva ha continuato a contrarsi ma la fase recessiva e' risultata in attenuazione. Nel mercato immobiliare ha trovato conferma la ripresa delle compravendite residenziali, iniziata nell'anno precedente. Sempre secondo Bankitalia, ci sono timidi segnali di ripresa nel mercato del lavoro nell'Isola che nel primo semestre cresce seppur debolmente. Dopo 8 anni in cui si sono persi 160 mila posti di lavoro, nei primi sei mesi del 2015 il numero medio degli occupati nell'Isola e' lievemente aumentato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente dello 0,5% (circa 7 mila unita'). L'aumento dell'occupazione ha riguardato le donne (2,3%) e i lavoratori autonomi (5,9%): gli occupati di sesso maschile e i dipendenti si sono ridotti, rispettivamente, dello 0,5 e dell'1,2%. Il settore delle costruzioni, che dal 2008 al 2014 aveva registrato una contrazione dell'occupazione di oltre il 40%, nella prima parte dell'anno ha realizzato un limitato recupero (2,6%). Anche l'agricoltura ha avuto un incremento del numero degli addetti, pari al 10 per cento. L'occupazione si e' ridotta nell'industria in senso stretto (-1,7%) ed e' rimasta sostanzialmente stabile nel settore dei servizi (-0,1%), dove l'incremento nel commercio, alberi e ristoranti (4,8%) si e' contrapposto alla riduzione nelle altre attivita' (-2%). "Per la Sicilia gli effetti del Jobs act e' ancora molto debole -ha detto Giuseppe Ciaccio della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede palermitana- e' difficile dire quanti di questi nuovi posto di lavoro sia legati al Jobs act o alla ripresa economica siciliana. Quel che e' certo che la Sicilia e' la regione dove meno si sta approfittando di questo strumento".