Mafia
Palermo, urla e spintoni al passaggio del boss arrestato: il quartiere lo ha "omaggiato"
Era lui che gestiva ogni cosa: decideva sul da farsi, sulle estorsioni, sugli uomini d'onore ma anche sui cittadini. Il suo potere era quello che viene dato ad un capomafia: "Fino a quando sono vivo, tutte cose devono passare da me" aveva detto, ed infatti l'"uomo di rispetto", ieri mattina, durante il blitz che lo ha portato all'arresto, è stato omaggiato da parenti e paesani: spintoni e urla, pianti e lacrime al passaggio del santuzzo, lo stesso di fronte a cui si era fermato in segno di rispetto, anni prima, il prete locale durante un rito cattolico. Aveva espiato una condanna a 10 anni e, se non fosse stato per un pentito che lo aveva scagionato, sarebbe stato destinatario di un ergastolo per la strage di via D'Amelio, l'attentato in cui perse la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Lui era il capo, il successore al mandamento di Santa Maria di Gesù dopo Stefano Bontate. Donne, uomini e "picciriddi" hanno salutato l'uomo d'onore: una scena raccapricciante per la polizia costretta a gestire anche l'ordine pubblico.