Mafia
Catania, rideterminata condanna al "Re dei supermercati": 8 anni a Scuto
Rideterminazione della pena da 12 a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa dell'imprenditore Sebastiano Scuto, escludendo collegamenti con Cosa nostra di Palermo e confisca delle quote della società Aligrup a lui intestate fino alla concorrenza di 15 milioni di bene e la restituzione di quanto sequestrato agli aventi diritto. E' la sentenza della seconda Corte d'appello nei confronti dell'ex re dei supermercati in Sicilia. Il Pg aveva chiesto la conferma della condanna. Il procedimento si celebrava dopo che la Cassazione, il 4 giugno 2014, ha annullato con rinvio, ritenendo parzialmente non adeguata la motivazione, la condanna a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa emessa il 18 aprile 2013 a conclusione del processo di secondo grado nella parte che riguarda i presunti contatti tra il 're dei supermercati' e il boss Bernardo Provenzano e i fratelli Lo Piccolo per la gestione comune di centri commerciali a Palermo. Il 16 aprile del 2012 il Tribunale di Catania lo aveva condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione e assolto dall'accusa di avere gestito a Palermo centri commerciali in comune con i boss Bernardo Provenzano e i fratelli Lo Piccolo. Secondo i legali dell'imprenditore, i professori Giovanni Grasso e Guido Ziccone, la sentenza "ha escluso una correlazione diretta tra il delitto contestato a Scuto e l'intero patrimonio personale e familiare". "Si è confermato in modo inequivocabile, come riconosciuto già dalla Corte di cassazione - sottolineano gli avvocati - che le aziende di Scuto non costituiscono un'impresa mafiosa, il che impone la restituzione del suo patrimonio".